domenica 8 maggio 2011

Mentre il corrotto regime saudita processa (dopo 4 anni!) gli oppositori, nuove proteste infiammano le province sciite dell'Est!


In Arabia Saudita si é tenuto a Jeddah il processo a sedici attivisti per le riforme democratiche e i diritti umani, arrestati nel 2007 e tenuti per quattro anni detenuti in attesa di giudizio, in totale violazione della stessa giurisprudenza del regno, che prevede al massimo una detenzione di sei mesi prima del processo.

Abusi e vessazioni sono la norma nell'ultimo reame assoluto del pianeta, che ovviamente non viene attaccato dai media occidentali ipocriti e venduti, prontissimi a inventarsi fittizie "rivoluzioni colorate" nei paesi invisi agli interessi imperialistici di Washington e Tel Aviv, ma del tutto tetragoni a denunciare le tirannidi dei corrotti sceicchi del petrolio, buoni alleati degli Usa.
Re Abdullah bin Saoud col suo amicone Obama, "pimpato" da un bel catenone d'oro da vero gangsta...
Gli accusati, per la maggior parte accademici e intellettuali, sono stati interrogati in segreto senza la presenza dei loro legali e si vedono addebitare i "reati" di incitamento alla disobbedienza civile, complotto contro la casa reale e 'tentativo di formare un partito'. Re Abdullah, da quel buon amico dei 'democratici' Stati Uniti che é, impedisce ai suoi sudditi di riunirsi in organizzazioni politiche.

Tuttavia le persecuzioni poliziesche non bastano a tacitare la voce del dissenso che, ispirata dai successi dei movimenti popolari in Tunisia ed Egitto e dalla eroica lotta del vicino popolo del Bahrein, continua a levarsi, specialmente nelle province orientali del paese, le più ricche di petrolio e popolate a maggioranza da sciiti, una fascia di popolazione sistematicamente esclusa dai benefici dell'enorme ricchezza su cui poggia i piedi.

Centinaia di manifestanti sono scesi in strada a Qatif, nonostante l'imponente schieramento di polizia, convergendo sulla città da sette diversi centri dell'Est; motivo scatenante della protesta sono le condizioni di detenzione delle 160 persone catturate dalle forze di polizia negli ultimi due mesi, durante i quali le marce e i sit-in si sono ripetuti a intervalli regolari nonostante l'azione violenta e brutale dell'apparato repressivo di Casa Saoud.

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