Sembra proprio che i resoconti che davano le ferite dell'uomo forte yemenita Abdullah Ali Saleh come 'superficiali' e 'in via di guarigione' fossero proprio infondati e rilasciati più che altro per motivi di convenienza politica (erano infatti riportate e ripetute soprattutto dal suo vice Abd rabbuh Mansour); é ormai infatti una settimana che Saleh é stato trasferito d'urgenza nella capitale saudita, Riyadh, e i bollettini medici parlano ormai apertamente di 'gravi problemi polmonari e respiratori' che sarebbero sorti dopo la rimozione chirurgica di una grossa scheggia di legno che gli era penetrata nel torace.
Saleh era rimasto vittima di un'esplosione quando un'ala del suo palazzo presidenziale di Sanaa era stata presa di mira dal fuoco di razzi e mortai di guerriglieri tribali o di unità dell'esercito yemenita a lui opposte, nel corso dei gravi disordini che sembrano dover mettere fine al suo ultratrentennale 'regno' nell'ambito delle rivoluzioni e degli sconvolgimenti di questa lunga 'Primavera Araba' che fin dalle prime settimane del 2011 sta letteralmente disegnando le mappe del potere dal Nordafrica al Medio Oriente.
I suoi seguaci rimasti al potere nella capitale avevano provato a portare in piazza qualche centinaio di persone nel pomeriggio di venerdì, dopo aver diffuso la notizia che Saleh era 'uscito dalla terapia intensiva', ma senza suscitare soverchio entusiasmo nella popolazione. Ormai i dimostranti anti-governativi domandano apertamente che il vice-presidente si dimetta passando le redini del paese a un Consiglio di transizione.
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