giovedì 22 novembre 2012

Netanyahu & .co raccolgono la messe della disfatta: Mofaz e 'pundit' sparano a zero sulle scelte del Governo, dall'attacco al cessate il fuoco!

Che le critiche di Shaul Mofaz a Netanyahu, essendo egli il leader del principale partito di opposizione che si appresta a sfidare la coaliazione del Premier nelle prossime elezioni politiche sioniste, non siano tutte ispirate a imparzialità ed equanimità, lo possiamo anche concedere, tuttavia anche sgravate di tutte le "tare" di interesse personale e convenienza elettorale, le dichiarazioni del Segretario di Kadima (il partito 'centrista' fondato dal Criminale di Guerra -attualmente morto-vivente attaccato ai respiratori- Ariel Sharon) mantengono pur sempre un'aura di competenza e attualità, dovuta alla lunga militanza ai massimi vertici delle forze armate sionaziste di chi le pronuncia (a differenza di Mofaz, Netanyahu non é mai stato Generale e la sua carriera militare é del tutto oscura e dimenticabile quanto quella di un La Russa qualsiasi).

Immediatamente dopo la conferma del raggiungimento del 'Cessate il Fuoco' nella serata di mercoledì Mofaz si é affrettato ad apparire alle principali tv sioniste per sparare a zero contro il Premier in carica e la coalizione di Governo da lui capeggiata: "Un armistizio ora é un imperdonabile errore; Hamas esce da questo confronto rafforzato e imbaldanzito, gli si lascia la libertà di reclamare vittoria di fronte a un'iniziativa confusa e condotta con poco polso". Certamente, quando si scatena un'operazione militare, bisogna averne bene in mente gli obiettivi e accettare tregua solo quando si sia abbastanza sicuri di averli raggiunti.

Ma Mofaz ovviamente sorvola su come nel 2008-2009 e prima ancora nell'estate del 2006 i suoi stessi compragni di partito Ehud Olmert e Tzipi Livni abbiano commesso le stesse identiche leggerezze scatenando la Guerra del Libano nel luglio-agosto di sei anni fa e l'operazione 'Piombo Fuso' che si sono concluse con un nulla di fatto operativo e anzi, hanno dato modo a Hezbollah e alla Resistenza Palestinese di mettere in mostra capacità di reazione e rappresaglia fino a quel momento considerate inarrivabili anche dai più realistici e pessimisti spymaster di israhell.

Inoltre Mofaz tace (ipocritamente perché non gli conviene menzionare la cosa) che la risolutezza bellica del Premier in carica é stata rotta (come la schiena del cammello stracarico) dall'ago dell'attentato al bus di Tel Aviv, che, pur essendo costato un solo morto e tre feriti gravi (più oltre venti contusi e leggermente feriti) ha paventato a Bibi e soci l'incubo di tornare ai giorni della Seconda Intifada quando le operazioni esplosive e di auto-martirio erano all'ordine del giorno e tutto questo in barba a muri dell'Apartheid, checkpoint, barriere di separazione e simili.

Nei calcoli di Netanyahu, dunque, meglio chiudere subito l'avventura militare fallita, senza scenario 'terrestre' ed evitando rischi di nuove e più devastanti operazioni contro Tel Aviv, Gerusalemme o altri grandi centri; sperando di contenere o sminuire in qualche modo le critiche feroci che pioveranno in questi giorni da Kadima, da ciò che resta dei Laburisti e dai sindaci dei centri di insediamento coloniale maggiormente martellati dai razzi della Resistenza.
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