venerdì 28 giugno 2013

Come l'Esercito siriano ha ripreso la zona di Talkalakh; fondamentale snodo al confine col Libano!

Talkalakh e dintorni dimostrano, agli occhi dell'osservatore imparziale quanta parte della narrativa imperialista e occidentale sulla presunta "Guerra Civile Siriana" sia in realtà nulla se non pura menzogna e impostura; ancora nelle loro ultime edizioni i canali satallitari delle petro-monarchie wahabite 'Al Jazeera' e 'Al Arabiya' pretendevano che la città fosse in mano 'ai ribelli' (leggasi: ai mercenari stranieri foraggiati dagli Emiri) e che 'colonne di fumo si levassero dall'abitato mentre l'Esercito lo bombardava a tappeto'). Nel suo articolo di ieri il reporter Patrick Cockburn dell'Independent (a sua volta un outlet mediatico non certo filosiriano o schierato con l'Asse della Resistenza) descriveva la città come tranquilla e sonnacchiosa, totalmente in mano alle truppe lealiste, gli unici sbrecci di esplosione e buchi di proiettile sui muri ben lungi dall'essere recenti, forse risalenti addirittura a due anni fa.

La verità é che Talkalakh non ha mai veramente cambiato mano e non é mai stata "occupata dai ribelli" (come gli imperialisti chiamano i cannibali di Al-Nusra) ma ha subito nel corso degli ultimi mesi l'infestazione delle zone di campagna circostante da parte delle bande armate che usavano il vicino confine col Libano per rifornirsi di armi e munizioni. Vicino a Talkalakh scorre il fiume Al-Kabir e attraverso la vallata da esso scavata gli abitanti delle due sponde hanno elaborato mille e mille stratagemmi nel corso degli anni per far passare merci 'scottanti' o sensibili da una parte all'altra della frontiera. Alcuni contadini allevano asini che portano ogni notte da un lato all'altro del confine sempre lungo lo stesso sentiero fin da piccoli, in maniera che per loro diventi naturale seguire quel particolare percorso anche senza nessuno che gli regga il morso. Un asino così addestrato può venire usato per contrabbandare droga, valuta o altre merci assicurategli sul dorso in maniera 'automatica' e si dice che possa venire venduto ai clan di contrabbandieri per il prezzo di un piccolo appartamento.

Gli emissari dell'insorgenza armata anti-Assad avevano avuto buon gioco a farsi amici i locali cartelli del contrabbando visto che non gli chiedevano di fare nulla di diverso dal loro 'normale' lavoro e potevano permettersi di pagar loro migliaia e migliaia di petrodollari sauditi e qatarioti a ogni 'carico' fatto passare; l'abilità delle forze di Assad é stata quella di smantellare questo 'network' con una serie di operazioni mirate che sono risultate nella scoperta e nel sequestro di dozzine di arsenali, punti di raccolta e santebarbare dei terroristi e dei loro alleati contrabbandieri.


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