giovedì 2 gennaio 2014

Muore a Praga l'ambasciatore palestinese, vittima tardiva di un sabotaggio del Mossad?

Cinquantasei anni di una vita tutta dedicata alla Causa Palestinese: questa l'età di Jamal al-Jamali, rappresentante ufficiale dell'Anp a Praga, che si é spento all'Ospedale Militare di Praga dopo essere stato investito dall'esplosione di una cassaforte minata che era stata trasferita dopo vent'anni dalla sede storica dell'OLP di Praga ai locali della nuova ambasciata palestinese.

Negli anni d'oro del Blocco Orientale l'OLP era di casa nella capitale ceca e godeva di contatti privilegiati col Governo, l'Esercito e i servizi segreti locali ma, appena caduto il Muro la piovra sionista ha iniziato a insinuare i tentacolo delle sue lobby nell'ex-paese socialista, é molto probabile che agenti del Mossad siano riusciti a minare la cassaforte per colpire i suoi proprietari, solo il fatto che sia rimasta abbandonata per quasi due decenni ha posticipato le conseguenze del sabotaggio.

Ovviamente gli attuali vertici di politica e polizia ceca, asserviti a Sion, negano qualunque indizio dell'evidente sabotaggio e sembrano prontissimi a dare la colpa a "quei bombaroli arabi dei Palestinesi". Jamal al-Jamali aggiunge il suo nome a quello dei martiri che hanno versato il loro sangue nella lotta contro Sion e come tale sarà salutato e ricordato dalle future generazioni, prima e dopo l'estirpazione del cancro sionista dalla Palestina.

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