Mentre l'Occidente piange inconsapevolmente (o ipocritamente) sulle vittime degli attentati terroristici di Parigi scoppiati ieri sera, in Palestina continua indisturbata la "caccia" decretata dal regime ebraico di occupazione contro i legittimi abitanti di quella terra, le cui morti (ma lo sappiamo da lunga pezza, da oltre 70 anni di stragi continue e impunite) "non fanno lo stesso effetto" sulla coscienza collettiva della comunità internazionale, rispetto a quelle di cittadini occidentali possibilmente bianchi.
Un giovane di nome Hassan al-Bo (21 anni), ferito al petto da munizioni sioniste (munizioni in piombo, sparate ad altezza d'uomo per uccidere) durante una manifestazione ad Al-Khalil; ricoverato in gravissime condizioni all'Ospedale Al-Ahli, é morto poco dopo nonostante gli sforzi dei sanitari.
Anche Lafi Youssuf Awad, ventiduenne, nativo del villaggio di Budrous, presso Ramallah; é stato raggiunto ad organi vitali dal fuoco delle truppe di occupazione di Tel Aviv; lui é morto sul colpo e per i soccorritori accorsi intorno alla sua salma non vi é stato altro da fare che comporla.
Ma i Palestinesi muoiono anche "a scoppio ritardato"; come é successo sempre nella giornata di ieri a una terza vittima, che era stata ricoverata in gravissime condizioni per una ferita da arma da fuoco intorno ad Al-Khalil nella giornata di giovedì e che dopo alcune ore di agonia ha esalato l'ultimo respiro ieri.
L'identità di questa persona non é ancora stata resa nota.
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