Mentre l'Occidente é travagliato dalle notizie che arrivano da Parigi in Libano si rimuovono le macerie della duplice esplosione di giovedì sera e si onorano i caduti dell'attentato di Burj al-Bajraneh, nella consapevolezza che la mano omicida dell'ISIS non smetterà di tramare contro il Paese dei Cedri e la sua coraggiosa popolazione sciita e che combattere il takfirismo in Siria e ovunque si nasconda é l'unico modo per poter dare un senso al sacrificio dei martiri.
Tre persone rimaste ferite avantieri sera sono purtroppo decedute nonostante le cure prestate loro, portando il bilancio delle vittime a 43; nel frattempo i paesi più vicini al Libano hanno segnalato con messaggi ufficiali la loro vicinanza al popolo e alle autorità statali e governative durante questo difficile momento.
Particolarmente tempestiva é stata la telefonata di Vladimir Putin; il Presidente russo ha chiamato direttamente il Presidente del Parlamento di Beirut, lo Sciita Nabih Berri, augurandosi che le forze dell'ordine e dell'intelligence possano presto individuare e assicurare alla giustizia organizzatori e mandanti dell'atto scellerato, offrendo tutto il sostegno che la Federazione Russa può fornire al riguardo.
Il Governo della Repubblica Islamica dell'Iran ha sottolineato come la via per la sconfitta del terrorismo passa attraverso la solidarietà nazionale e la cooperazione tra Esercito, Popolo e Resistenza (cioé Hezbollah).
L'Ufficio Politico degli Ansarullah yemeniti ha sottolineato nel proprio messaggio di condoglianze come il male che ha colpito il Libano abbia la stessa origine di quello che dallo scorso marzo travaglia lo Yemen, vittima dell'aggressione militare saudita.
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