Il territorio circostante la metropoli settentrionale siriana, nonché sua capitale economica, Aleppo, é stato negli ultimi mesi teatro di interessanti sviluppi tattici, specie nelle zone a Sud e a Sud-Ovest della sua cintura urbana, dove migliaia di Km quadrati sono stati liberati e la principale arteria stradale che univa le zone ancora occupate dai terroristi con Idlib é stata tagliata e interrotta, ma anche ad Est, dove la base aerea assediata di Kuweyres é stata liberata e ora le roccaforti ISISsine di Al-Bab e Deir Hafer sono direttamente minacciate.
Tuttavia un recente, massiccio invio di unità fresche nel retrofronte di Aleppo, lascia intuire che l'Alto Comando siriano abbia in mente operazioni ancora più vaste e ambiziose per il Nord del paese, e il fatto che esse stiano venendo preparate nel cuore dell'inverno é un segno ulteriore della confidenza dei Generali di Assad, che sembrano molto meno preoccupati di fattori climatici e logistici di quanto non fossero anche solo un anno fa.
In particolare l'Agence France Presse citerebbe un anonimo "alto ufficiale siriano" dichiarare che, a paragone di quella attualmente in preparazione, tutte le altre offensive iniziate dal principio dell'intervento russo in Siria "non reggono assolutamente il confronto".
Escludendo alcuni punti, molto pochi peraltro dal mio punto di vista, questa analisi non è affatto sbagliata.
RispondiEliminaSolo per informazione: "Dopo l’approfondimento sull’ISIS della prima puntata, continua il nostro percorso informativo dedicato al tema “Terrorismo”.
Nella prima puntata abbiamo spiegato cos'è e come nasce l'ISIS. Ma quali sono gli interessi che lo alimentano? Perché l'ISIS esiste ancora nonostante tutte le potenze mondiali gli abbiano, di fatto, dichiarato guerra? Interessi militari, infrastrutture e petrolio muovono i fili di questo grande mostro. In questa puntata approfondiremo i reali pericoli, le alleanze e le falle del sistema occidentale in questa "GEOPOLITICA DEL TERRORE"
La Siria
La Siria rappresenta, oggi, il Paese più importante per il futuro assetto degli equilibri globali.
Quali sono le forze in campo anti-Isis?
Da una parte l’alleanza tra il Governo siriano di Bashar al-Assad, la Russia, l’Iran e ed Hezbollah. Dall’altra, la cosiddetta “coalizione internazionale” formata da 67 Paesi a guida Stati Uniti con l’apporto degli alleati regionali dell’Arabia Saudita e Qatar, Paesi che da sempre hanno cercato la destituzione del presidente siriano Assad, e a cui si aggiunge anche la Turchia, Paese NATO dal ruolo ambiguo coinvolta nel traffico illecito di petrolio con l’Isis.
Seconda parte.
RispondiEliminaIn questo contesto, l’Isis, che controlla oggi ampi strati di territorio della Siria e dell’Iraq, rappresenta un vero e proprio strumento geopolitico per le due coalizioni:
- statunitensi e russi lo utilizzano per combattere una guerra fredda 2.0;
- i turchi per la loro “profondità strategica” contro i nemici storici dei curdi;
- gli iraniani per giustificare la loro presenza militare in Siria e in Iraq;
- infine le monarchie sunnite, nella storica lotta per il controllo regionale, utilizzano l’Isis per portare avanti una guerra per procura contro Teheran (cuore della religione sciita) e destituire Assad.
Poi ci sono i cosiddetti “ribelli moderarti”, che in realtà oggi sono composti in grande parte da mercenari pronti a cambiare casacca in favore dei soldi. Questi rappresentano il punto di riferimento della “coalizione internazionale” per il futuro della Siria. Supportati, finanziati e armati dagli Stati Uniti e dai suoi alleati regionali, sono perlopiù confluiti nei gruppi terroristici di Al-Nusra. Secondo il Centre on Religion and Geopolitics “oltre il 60% dei cosiddetti ribelli moderati in Siria, condividono visioni e ideologie dell’Isis”. Nella guerra per procura in Siria i “ribelli moderati” sono semplicemente l'avamposto delle potenze regionali che mirano alla destituzione di Assad.
III° parte.
RispondiEliminaPer scelta del Governo Monti, del suo Ministro degli Esteri Giulio Terzi e dopo la nota conferenza con gli “Amici della Siria” del 28 febbraio 2013 tenuta a Roma, i “ribelli moderati” sono divenuti anche gli interlocutori dell'Italia.
Questo è il quadro delle forze in campo, ma per capire la distruzione della Siria come stato sovrano dobbiamo fare un passo indietro e avere in mente qualche data.
2009-2010: Damasco respinge il progetto turco-qatariota di un gasdotto per approvvigionare l’Europa, in concorrenza alla russa Gazprom.
2011: Damasco privilegia l’accordo per il progetto “Islamic Pipeline” che coinvolge Siria, Iraq e Iran. Prima di allora la Siria era stata ignorata in quanto ritenuta meno ricca di petrolio e gas rispetto al club dei petrodollari del Golfo (Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi Uniti in particolare). In seguito a questo accordo, sostenuto da Assad, la Siria aumenta notevolmente la sua importanza come corridoio energetico regionale grazie anche alla scoperta di potenziali giacimenti di petrolio e gas in mare aperto.
2011-2013: L’accordo è formalmente annunciato mentre la tragedia siriana è già in atto. La guerra civile, nata da manifestazioni sull’onda della cosiddetta “primavera araba”, si prolunga. Assad non cade e gli Stati Uniti, a causa del veto da parte della Cina e della Russia nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, devono rinunciare alla decisione già presa di invasione della Siria, limitandosi soltanto a dare supporto ai “ribelli moderati”.
2014: i miliziani dell’Isis, ben armati e finanziati, puntano l’Iraq filoamericano, spingendosi fino alle porte di Baghdad e di Mosul. Parte un’escalation mediatica dalle gigantesche proporzioni: l’Isis diventa il pericolo n.1 per l’Occidente e un problema per Obama il quale annuncia la nascita, appunto, della Coalizione internazionale anti-Isis di cui vi abbiamo detto, insieme all’Arabia Saudita e il Qatar, oggi ritenuti finanziatori del terrorismo. E non è un caso che in oltre un anno di operazioni aeree, i risultati non si siano visti. Circa il 60-70% dei raid si conclude con un nulla di fatto.
2015: dopo gli attentati di Parigi del 13 novembre, la Coalizione internazionale anti-Isis prende nuova linfa grazie ai bombardamenti di Francia, Germania e Regno Unito. I risultati continuano, però, a scarseggiare. Esemplare diventa un dato relativo alla Francia: nella guerra all’ex-Jugoslavia della Nato nel 1999, l’aviazione francese portava a termine 52 missioni al giorno, oggi contro l’Isis ne porta a termine sei al giorno. I referenti sul campo restano la principale debolezza di questa operazione: i “ribelli moderati”, infatti, sono maggiormente impegnati a combattere il Governo di Damasco piuttosto che l’Isis.
La Siria oggi è
IV° Parte:
RispondiEliminaa un bivio che presenta due scenari.
Il primo: sconfitta dell’Isis grazie a un coordinamento delle due coalizioni in campo e un futuro politico deciso esclusivamente dal popolo siriano;
Secondo: la destituzione di Assad, con l’Occidente in grado di influenzare la “transizione politica” del Paese, come avvenuto in passato in Libia e in Iraq.
In quest’ultimo caso, la Russia perderebbe la sua base navale a Tartus, l’Iran il suo corridoio con gli Hezbollah e la sua influenza regionale. Mosca e Teheran hanno dimostrato di essere disposti a tutto per evitare questa ipotesi che potrebbe sfociare nella terza guerra mondiale.
A complicare le cose, le recenti decisioni della Turchia di invadere l’Iraq del Nord e di abbattere, nel novembre 2015, il jet russo che transitava sui cieli siriani.
Non è sbagliato affermare che il futuro del mondo è appeso a un filo chiamato Siria.
Se a prevalere sarà ancora una volta un'imposizione dell'Occidente e non una libera scelta del popolo siriano, saremmo di fronte ad una guerra dalle conseguenze non prevedibili. L'Isis è, a parole, il nemico di tutti, ma anche lo strumento per raggiungere i propri obiettivi geopolitici.
Con gli attentati di Parigi, l'Isis ha colpito l'Europa. Può farlo ancora? Chi sono e come comunicano i terroristi nel nostro continente?
A queste domande proveremo a rispondere col prossimo video." Commissione Esteri M5S
Ps. Indipendentemente dalle opinioni personali, credo e spero di poter parlare a nome delle popolazioni siriane, palestinesi e non meno importanti quelle irachene, grazie ad un vero vero uomo del XXI° secolo, certamente gli equilibri geopolitici verranno ripristinati.
Quest'Uomo risponde al nome di Vladimir Vladimirovich Putin, esso insieme ad altri veri Uomini stanno scrivendo la storia.
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RispondiEliminama finiscila on ,ma che cavolo blateri .dici che questi fatti rendono la politica americano meno ambigua e si avvicina ai russi.ma dove?quando?
Eliminagli yankee non stanno facendo neanche il minimo sindacale contro l'isis,anzi non fanno che arrecando danni alle infrastrutture sia in iraq che in siria e ogni tanto addirittura"per sbaglio" bombardano i rispettivi eserciti.per non parlare dell'appoggio all'arabia saudita nella guerra in YEMEN,in ucraina e altre nefandezze in giro per il mondo.
sei pietoso on o come cavolo ti chiami.
P.S. io ti rispondo con il mio vero nome
MAURIZIO
Ho riportato un articolo in parte da me condiviso, non scritto.
EliminaIl mio Nome e Cognome sono reali.
Non dovrei risponderle in considerazione della sua maleducazione e ignoranza grammaticale.
Non riesco a capire il suo acredine e pregiudizio, ma rileggendola penso si a solo ed esclusivamente frutto di una profonda ignoranza e mi consenta un pizzico di stupidità.
Non se ne abbia a male, ma quando si scrive, sarebbe indispensabile esserne in grado, per forma almeno.
Concordo pienamente, l'unica incognita, a mio modesto modo di vedere, sono i Curdi.
EliminaQuesti sono dei voltagabbana incredibili, cambiano posizione ad ogni alba e da sempre sono degli schiavi di tutti gli stati adiacenti.
Sono sicuro che iracheni e siriani, abbiano una strategia unica concordata con i Russi. Gli unici a non essersene accorti sono gli ameri-cani.
Non che questi ultimi abbiano mai capito qualcosa intendiamoci, si vestono come dei bambini cretini, spiano tutti e mangiano come i maiali.
guarda che se si dice che tutto questo casino ha come causa prima la non politica americana io sono il primo che te lo sottoscrive ... ma non si può negare che a grandi linee sulla Siria e l'Iran le posizioni russe e USA si sono parecchio avvicinate e che in Siria quelli che più hanno sottratto territorio all'isis sono i curdi
Eliminala conferma o smentita sarà datta dalle prossime operazioni nel nord dello Siria
on
Anonimo16 gennaio 2016 13:16
RispondiEliminaciao Ezio il tuo intervento è interessante ma vorrei aggiungere un aspetto che pur complicando il quadro in realtà lo semplifica. nell'ultimo periodo alcuni paesi arabi (ma nonsolo, v. canada) hanno preso la decisione prima di uscire dalla coalizione americana e poi hanno formato una coalizione sunnita a guida saudita. questo rende la politica americana meno ambigua e l'avvicina ai russi. tralasciando di parlare delle avanzate di SDF degli ultimi mesi e del processo di pace si vede come stiamo arrivando alla soluzione del tuo dilemma.
mi spiego meglio io propengo per la prima decisione ossia un accordo Russia USA sul futuro della Siria e dell'isis, la conferma o smentita sarà data da come si chiederà il confine turco (che se fatto senza coinvolgerla toglie evidentemente influenza alla Turchia). SDF ed assad apparentemente stanno collaborando attaccando in contemporanea i due principali caposaldi isis nel nord della Siria (al-bab e manbij). SDF ha già dichiarato che dopo manbij punterà al nord per prenderà il valico di confine che si trova a ridosso dell'Eufrate e non a collegare i cantoni ... lasciando via libera ad assad ... non è una concessione ma una spartizione delle spoglie isis
appena raggiunte le due città penso si punti al ricongiungimento secondo divisioni etniche, isolando l'isis dalla Turchia e solo dopo conquistando il confine. al-bab dista solo 30 km dalla turchiaecirca 40 da manbij.
a ovest de saliente isis si sta assistendo alla Turchia, che dopo l'attentato al turismo, sta bombardando l'isis in appoggio ai ribelli che in contemporanea sono attaccati alle spalle dai curdi. e penso che al momento giusto l'esercito prenda gli 8 km che collegono il valico di azaz al grosso del territorio ribelle
on
Rispondi
Anonimo16 gennaio 2016 13:18
stanotte ho postato questo
http://edmaps.com/Syria_Battle_for_AlBab_January_15_10AM.png
la recente cartina che ho postato è già stata superata dagli eventi in quanto l'esercito ha esteso i suoi confini
al-bab si trova ormai a pochi chilometri di distanza ed anche i curdi stanno continuando ad avanzare su manbij .... ormai sono separati da meno di 50 km
secondo alcune fonti l'isis avrebbe già iniziato a ritirare i pezzi grossi e le famiglie dalle 2 città ... la speranza conseguente è che la resistenza si dimostri poco accanita ... anche se è difficile da ipotizzare per la valenza strategica delle due città, se dovessero cadere l'isis verrebbe isolata dalla Turchia
petolucem, il creatore di molte cartine sulla Siria, ipotizza che l'esercito siriano potrebbe attaccare al-bab anche partendo da aleppo e seguendo l'autostrada. io penso, ma ne so molto molto meno, che forse non serve creare un secondo attacco per prendere al-bab in quanto l'SDF sta ancora attaccando a 40 km di distanza. e poi se si avessero davvero uomini da impegnare in un secondo fronte la cosa migliore sarebbe di non prendere al-bab, se pesantemente difesa, ma di seguire l'autostrada e prendere la cittadina che si trova a metà strada con manbij ... a quel punto l'isis è isolato e si può aspettare sulla difensiva il contrattacco takfiro per poi ripassare all'offensiva con molte meno perdite
on
dopo i recenti attentati in Turchia sono proprio curioso di comprendere se i Turchi continueranno a foraggiare ISIS e d i terroristi di A-Nusra....
EliminaMi sembra che ISIS sia alla canna del gas potrò sbagliarmi,ma....
da una settimana i turchi stanno bombardando l'isis lungo il confine e se si vede una mappa recente si nota che a nord di Aleppo i ribelli si sono allungati lungo il confine turco
Eliminaon
In tutte queste ricostruzioni manca un attore principale,lo stato sionista,non émai nominato ma é il principale ispiratore di molte di queste strategie e il responsabile ... Come mai? Eppure ne il eesppnsabil principale
RispondiEliminaNon riesce più a dettare l'agenda americana e la fine dell'embargo iraniano né è la prova maggiore
EliminaIl problema é che nella analisi non si fa alcun cenno al ruolo che ha avuto e che continua ad avere nelle vicende mediorientali,la fine delle sanzioni all iran per altro parziali dovranno essere valutate dopo le elezioni americane,può darsi che i contratti economici con l irsn riducano questa possibilità ma Israele non rinuncia ai suoi progetti di dominio e controllo Dell area ...
RispondiEliminain questo sito non si può parlare di trattative di pace o di avvicinamento russo-USA su Siria e Iran
Eliminasicuramente la dirigenza ebraica ha in testa il progetto di grande Israele (è nello statuto del partito di governo) ma è sempre più isolata dal mondo occidentale ... nuovi dazi europei sui prodotti delle colonie, riconoscimento della Palestina da molti stati europei, quasi tutto l'occidente vuole la soluzione dei 2 stati, gli USA solo due mesi fa rifiutano il riconoscimento dell'annessione delle alture del Golan, ecc.
si può discutere se un ritorno ai confini del 1967 è sufficiente ma sicuramente sarebbe un grossissimo passo avanti
Concordo sull'obbiettivo ...oggi è certamente l'unico veramente raggiungibile e per i palestinesi sarebbe la base per poter iniziare a vivere autonomamente e soprattutto questo obbiettivo metterebbe in grandi difficoltà la dirigenza sionista che non troverebbe alcun appoggio a un eventuale diniego ... Quando si lotta è necessario anche lottare per obbiettivi raggiungibili altrimenti perdi anche le altre cose.. Alp Arslan
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