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venerdì 15 febbraio 2013

"Coloni ebrei come i naziskin!" Fanatici violenti degli insediamenti illegali vandalizzano cimitero palestinese!


Un cimitero musulmano di Gerusalemme Ovest la scorsa notte ha subito un 'raid' vandalico di assurda e gratuita violenza, contrassegnato da una volontà blasfema di offendere, di profanare che non ha nessun uguale se non negli atti di uguale vigliaccheria e meschinità che a volte vengono riportati in Europa e negli Usa a carico di esponenti di gruppi xenofobi neonazisti o nativisti come il KKK.

Ma questa volta a rendersi responsabili dell'effrazione nel camposanto, delle scritte razziste e insultanti lasciate sulle lapidi, del ribaltamento e della rottura delle stesse pietre tombali sono stati fanatici giudei residenti negli insediamenti illegali, quegli stessi con cui i politici di Tel Aviv intendono cancellare l'identità araba, musulmana e cristiana delle porzioni di Palestina occupate nel 1948 e nel 1967, quei 'coloni' che tutta l'ONU condanna come miliziani sostenitori di un'operazione di annessione militare di territorio, proibita dal Diritto Internazionale.
Tra le tombe sono stati ritrovati cocci di bottiglie di vino, segno certo che i colpevoli hanno agito in preda all'ubriachezza e hanno voluto scientemente lasciare quelle tracce per offendere ulteriormente la sensibilità dei Palestinesi musulmani, contrari alle bevande inebrianti. Tutto questo dimostra per l'ennesima volta la cifra morale dei "coloni ebrei" che mistificatori come i nostrani Giulio Meotti, Fiamma Nirenstein, Marco Pasqua e Fabio Scuto vorrebbero dipingere come 'civili indifesi' minacciati dai 'cattivi palestinesi islamici'.

Prendere a colpi di Qassam e di Katyusha persone simili, nel nostro personale compasso morale, é a pochi passi dal diventare un'opera meritoria.
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domenica 10 aprile 2011

Israele 2011, benvenuti nella Terra dell'Apartheid. Israeliani razzisti minacciano di "dare fuoco" a quartiere di immigrati!



Mentre le "morali" ed "eroiche" truppe di Israele sono impegnate nella quotdiana opera di cannoneggiamento e bombardamento di civili palestinesi disarmati (con le fedeli 'truppe cammellate' dell'Hasbara pronte a gridare al 'tiro al bersaglio' se la Resistenza cerca di reagire contro basi militari e colonie illegali sioniste), mentre la 'democratica' Knesset passa a maggioranza assoluta leggi e provvedimenti che approfondiscono e aggravano le soperchierie e la misure segregatorie stilate su base etnica, razziale e religiosa contro gli abitanti originali dell'Erez Israel, (cioé della porzione di Palestina invasa e occupata dalla fine del Secolo XIX al 1948), anche sul "fronte interno" le frange estremistiche, xenofobe e intolleranti della popolazione ebraica non stanno certo con le mani in mano e, come già evidenziato da nostri articoli precedenti, si mobilitano sempre più spesso e con sempre più seguito contro i nuovi 'nemici' della purezza razziale israeliana: cioé i lavoratori immigrati che quotidianamente per un pugno di shekel falciano i prati e i giardini delle villette di Haifa, rigovernano le stoviglie e preparano i cibi serviti nei ristorantini 'upscale' di Tel Aviv, raccolgono e impacchettano i pompelmi e l'uva della Carmel-Agrexco, insomma, fanno tutti quei lavori faticosi e umilianti che, coerentemente col loro stato di 'HerrenVolk', gli appartenenti al Popolo Eletto non vogliono (o non hanno mai voluto fare) e, per ragioni di 'sihurezza', non si fidano più a far svolgere agli appartenenti alla minoranza araba o ai giornalieri che vengono dai territori occupati.

Tre giorni fa a Tel Aviv, la moderna, cosmopolita, avanzata, ottimista e anche 'gay-friendly' Tel Aviv che i filosionisti come Roberto Saviano amano tanto  da usarla continuamente come "poster" dei loro vomitevoli siparietti "Israele-ha-tanto-in-comune-con-le-città-europee-e-americane" ha avuto il dubbio 'onore' di fungere da quinta teatrale alla rappresentazione di un marchio di modernità tipicamente 'europeo' e 'nord-americano': cioé la vergognosa intolleranza xenofoba contro i migranti e i diversi, a cui ovviamente la "tolleranza" tipicamente occidentale per le 'opinioni' di coloro che detengono le leve del potere politico ed economico garantisce automaticamente spazi e modalità di espressione di tutto favore.

Il drappello di xenofobi sionisti si é radunato presso la 'linea di confine' di Neve Sha'anan, un quartiere a prevalente popolazione immigrata, africana e filippina, e lì ha iniziato a crogiolarsi nel suo odio e nel suo bigottismo, ripetendo slogan che avevano del lercio e dell'osceno come: "Benvenuti ad Africa-land", "Benvenuti a Filipino-town", "Duecentomila clandestini a piede libero come se fossimo negli Usa", "Al-Qaeda", "Se dovremo dare fuoco al paese daremo fuoco al paese", "Gli immigrati hanno rovinato l'Europa", "La cultura del Terzo Mondo non può integrarsi con la cultura occidentale" e via delirando.
Per la serie: "Israele é PROPRIO come noi!!", anche lo Stato ebraico ha i suoi Le Pen e i suoi Wilders.
Dopo aver gorgogliato e grufolato le loro schifose e rivoltanti parole d'ordine a sufficienza ed essersi "dati la carica" l'uno con l'altro i partecipanti all'evento si sono snodati in un serpente di diverse centinaia di persone attraverso i viali e le piazze del ghetto dei migranti, brandendo i loro cartelli e gridando slogan contro il Governo (del fascista e militarista Netanyahu) colpevole di essere 'troppo morbido' con i migranti e i clandestini tanto da 'costringerli' a prendere l'iniziativa contro di essi; i razzisti minacciavano di far mancare il loro consenso elettorale al Likud (Voti estremisti in offerta! Prego avvicinarsi!) mentre si aggiravano fra i mercatini degli immigrati che, secondo un copione conosciuto e colladuato campano la vita vendendo capi di abbigliamento made in china e altre povere mercanzie.

Una signora Ebrea particolarmente adorna di anelli e orecchini ha trovato un modo tutto nuovo e originale di stigmatizzare la 'scandalosa', per lei, presenza degli ambulanti immigrati berciando: "Qua é peggio di Gaza!" "Qua é peggio della Cisgiordania!", mentre altri suoi sodali agitavano, immancabile a fianco della denuncia "d'iddegrado", la preoccupante minaccia alla "sihurezza", postulando che, disperati come sono, i migranti africani potrebbero un giorno trasformarsi in una sorta di terroristi mercenari "facendo saltare in aria roba" a fronte di "solo mille dollari" (siamo certi che i militari sionisti siano pagati molto meglio per far saltare in aria Gaza), causando "centinaia e migliaia di morti" all'HerrenVolk.

Come Lot a Sodoma, però, alcuni coraggiosi cittadini israeliani, che ci piace pensare non soltanto provi sentimenti di umana solidarietà per i migranti africani e asiatici, ma magari li alberghino anche per i loro concittadini arabi e per gli abitanti di Gaza e Cisgiordania (sperare non costa niente), ha trovato la forza di affrontare la torma xenofoba e opporre al suo mugghiare belluino la candida, chiara voce della ragione e dell'umanità, spintonato e provocato dai convenuti, almeno fino a che al suo fianco non si é schierato a protezione uno dei poliziotti che sorvegliavano la manifestazione, ha detto che l'odio contro gli immigrati della zona é aizzato da speculatori edilizi che vorrebbero sfrattari per "riqualificare" la zona con condomini da arricchiti.

Infine, ai coraggiosi contestatori della manifestazione razzista si é unito un migrante africano che, con comprensibile rabbia ma anche con precisione di analisi e sintesi ha chiarito ai marciatori il senso e la ragione della presenza sua e dei suoi simili: "Noi facciamo i lavori merdosi che voi non volete più fare, ci sorbiamo la vostra merda, ma non siamo merda a nostra volta". A un certo punto, con una tragicomica mancanza di coscienza storica della nascita e dello sviluppo del movimento sionista internazionale uno degli israeliani xenofobi si é rivolto al giovane africano dicendogli: "Tornatene a casa", sentendosi replicare, per tutta risposta un chiaro, netto e preciso: "Dove? In Uganda? Ma non ci dovevate andare voi??".


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