Mentre le "morali" ed "eroiche" truppe di Israele sono impegnate nella quotdiana opera di cannoneggiamento e bombardamento di civili palestinesi disarmati (con le fedeli 'truppe cammellate' dell'Hasbara pronte a gridare al 'tiro al bersaglio' se la Resistenza cerca di reagire contro basi militari e colonie illegali sioniste), mentre la 'democratica' Knesset passa a maggioranza assoluta leggi e provvedimenti che approfondiscono e aggravano le soperchierie e la misure segregatorie stilate su base etnica, razziale e religiosa contro gli abitanti originali dell'Erez Israel, (cioé della porzione di Palestina invasa e occupata dalla fine del Secolo XIX al 1948), anche sul "fronte interno" le frange estremistiche, xenofobe e intolleranti della popolazione ebraica non stanno certo con le mani in mano e, come già evidenziato da nostri articoli precedenti, si mobilitano sempre più spesso e con sempre più seguito contro i nuovi 'nemici' della purezza razziale israeliana: cioé i lavoratori immigrati che quotidianamente per un pugno di shekel falciano i prati e i giardini delle villette di Haifa, rigovernano le stoviglie e preparano i cibi serviti nei ristorantini 'upscale' di Tel Aviv, raccolgono e impacchettano i pompelmi e l'uva della Carmel-Agrexco, insomma, fanno tutti quei lavori faticosi e umilianti che, coerentemente col loro stato di 'HerrenVolk', gli appartenenti al Popolo Eletto non vogliono (o non hanno mai voluto fare) e, per ragioni di 'sihurezza', non si fidano più a far svolgere agli appartenenti alla minoranza araba o ai giornalieri che vengono dai territori occupati.
Tre giorni fa a Tel Aviv, la moderna, cosmopolita, avanzata, ottimista e anche 'gay-friendly' Tel Aviv che i filosionisti come Roberto Saviano amano tanto da usarla continuamente come "poster" dei loro vomitevoli siparietti "Israele-ha-tanto-in-comune-con-le-città-europee-e-americane" ha avuto il dubbio 'onore' di fungere da quinta teatrale alla rappresentazione di un marchio di modernità tipicamente 'europeo' e 'nord-americano': cioé la vergognosa intolleranza xenofoba contro i migranti e i diversi, a cui ovviamente la "tolleranza" tipicamente occidentale per le 'opinioni' di coloro che detengono le leve del potere politico ed economico garantisce automaticamente spazi e modalità di espressione di tutto favore.
Il drappello di xenofobi sionisti si é radunato presso la 'linea di confine' di Neve Sha'anan, un quartiere a prevalente popolazione immigrata, africana e filippina, e lì ha iniziato a crogiolarsi nel suo odio e nel suo bigottismo, ripetendo slogan che avevano del lercio e dell'osceno come: "Benvenuti ad Africa-land", "Benvenuti a Filipino-town", "Duecentomila clandestini a piede libero come se fossimo negli Usa", "Al-Qaeda", "Se dovremo dare fuoco al paese daremo fuoco al paese", "Gli immigrati hanno rovinato l'Europa", "La cultura del Terzo Mondo non può integrarsi con la cultura occidentale" e via delirando.
Per la serie: "Israele é PROPRIO come noi!!", anche lo Stato ebraico ha i suoi Le Pen e i suoi Wilders. |
Una signora Ebrea particolarmente adorna di anelli e orecchini ha trovato un modo tutto nuovo e originale di stigmatizzare la 'scandalosa', per lei, presenza degli ambulanti immigrati berciando: "Qua é peggio di Gaza!" "Qua é peggio della Cisgiordania!", mentre altri suoi sodali agitavano, immancabile a fianco della denuncia "d'iddegrado", la preoccupante minaccia alla "sihurezza", postulando che, disperati come sono, i migranti africani potrebbero un giorno trasformarsi in una sorta di terroristi mercenari "facendo saltare in aria roba" a fronte di "solo mille dollari" (siamo certi che i militari sionisti siano pagati molto meglio per far saltare in aria Gaza), causando "centinaia e migliaia di morti" all'HerrenVolk.
Come Lot a Sodoma, però, alcuni coraggiosi cittadini israeliani, che ci piace pensare non soltanto provi sentimenti di umana solidarietà per i migranti africani e asiatici, ma magari li alberghino anche per i loro concittadini arabi e per gli abitanti di Gaza e Cisgiordania (sperare non costa niente), ha trovato la forza di affrontare la torma xenofoba e opporre al suo mugghiare belluino la candida, chiara voce della ragione e dell'umanità, spintonato e provocato dai convenuti, almeno fino a che al suo fianco non si é schierato a protezione uno dei poliziotti che sorvegliavano la manifestazione, ha detto che l'odio contro gli immigrati della zona é aizzato da speculatori edilizi che vorrebbero sfrattari per "riqualificare" la zona con condomini da arricchiti.
Infine, ai coraggiosi contestatori della manifestazione razzista si é unito un migrante africano che, con comprensibile rabbia ma anche con precisione di analisi e sintesi ha chiarito ai marciatori il senso e la ragione della presenza sua e dei suoi simili: "Noi facciamo i lavori merdosi che voi non volete più fare, ci sorbiamo la vostra merda, ma non siamo merda a nostra volta". A un certo punto, con una tragicomica mancanza di coscienza storica della nascita e dello sviluppo del movimento sionista internazionale uno degli israeliani xenofobi si é rivolto al giovane africano dicendogli: "Tornatene a casa", sentendosi replicare, per tutta risposta un chiaro, netto e preciso: "Dove? In Uganda? Ma non ci dovevate andare voi??".
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Questo articolo ci insegna che, oggigiorno, gli orientali Ebrei semiti si considerano parte del "Mondo Occidentale",
RispondiEliminanon so se mettermi a ridere o a piangere
Vedrai quanti Wilders e Le Pen nasceranno in Europa! Prepariamoci alla guerra civile stile jugoslavia...
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