Abraham Sarfati é morto la settimana scorsa.
Abraham Sarfati era un marocchino. Abraham Sarfati era un ebreo. Abraham Sarfati era un intellettuale. Abraham Sarfati era un comunista. Abraham Sarfati era nemico dei tiranni e dei loro regimi e un amico della Palestina e dei Palestinesi.
Nato a Tangeri nel 1926 si laureò nel 1949 all' "Ecole des Mines" parigina, il più prestigioso istituto di Ingegneria del circuito delle "Grandi Scuole" transalpine; la Seconda Guerra Mondiale era appena finita e sembrava il momento giusto per costruire finalmente una società più umana e più degna, libera dai ceppi dello sfruttamento e del dominio coloniale.
Al suo ritorno in patria le sue nette prese di posizione politiche e il suo rifiuto di accomodamenti e compromessi gli guadagnarono i primi arresti, la prima galera, i primi pestaggi e le prime torture; Sarfaty non si fece spaventare o sottomettere, nel 1957, dopo l'indipendenza del Marocco, divenne responsabile del Governo locale per il settore minerario, impegnandosi per la ricerca e lo sfruttamento dei Fosfati ma lasciando l'incarico (con il prestigio e lo stipendio che esso garantiva) quando il mantenerlo gli avrebbe impedito di poter esprimere la propria solidarietà ai minatori impegnati in una vertenza sindacale.
Inizialmente non contrario all'esistenza di uno Stato ebraico Sarfaty fu così disgustato dalle politiche aggressive, militariste e razziste adottate da Israele pochi anni dopo la sua formazione da spingerlo risolutamente nel campo filopalestinese, dove si é distinto per chiarezza di vedute e determinazione.
Nel 1970 fu fra i fondatori della cellula leninista marocchina “Ila al-Amam” (= 'Avanti') e dopo appena due anni venne arrestato dagli sbirri di Hassan II del Marocco e sottoposto a inimmaginabili sevizie che ne compromisero per sempre la salute.
Liberato per le pressioni politiche internazionali entrò in clandestinità col compagno di lotta A. Zeroual, ma nel 1974 entrambe vennero nuovamente arrestati; Zeroual perirà in carcere. Tre anni dopo, in un processo-farsa, viene condannato all'ergastolo per "Complotto contro lo Stato", sentenza su cui pesa molto la sua posizione contro l'annessione marocchina dell'ex 'Sahara spagnolo', abitato dai berberi Saharawi.
Imprigionato per diciassette anni nel carcere di Qenitra sposa la sua compagna di sempre, Christine Daure, che gli è stata a fianco di dal 1970 e che nel 1991, grazie anche all'aiuto di Danielle Mitterand, riesce a farlo rilasciare e inviare in esilio.
Nel 2000, dopo la morte del despota Hassan II, gli viene permesso di tornare in patria: si stabilisce a Mohammedia e riceve una posizione nell'agenzia petrolifera nazionale (Onarep) ma anche questa "magnanimità" non lo doma e non lo ammansisce, tanto che nel 2000 Sarfaty non esita a chiedere pubblicamente le dimissioni del Primo ministro Yousoufi dopo gli attacchi alla libertà di stampa e d'espressione portati avanti dal suo esecutivo.
Fra i suoi scritti più significativi ricordiamo:
* L'Insoumis, Juifs, marocains et rebelles, Desclée de Brouwer, 2001, ISBN 2220047245
* Le Maroc du noir au gris, Syllepse, 1998, ISBN 2907993895
* La Mémoire de l'autre, Stock, 1993, ISBN 9954419004
* Dans les Prisons du Roi - Écrits de Kénitra sur le Maroc, Éditions Messidor, Paris, 1992, ISBN 2209066409
* Écrits de prison sur la Palestine, Éditions Arcantère, 1992, ISBN 2868290590. Éditions Rahma, Alger,1992.
* Lutte anti-sioniste et Révolution Arabe (Essai sur le judaïsme marocain et le sionisme), Éditions Quatre-Vents, 1977, ISBN
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