mercoledì 24 novembre 2010

Brutte notizie per l'AIPAC, dossier da 1400 pagine la accusa di malversazioni e irregolarità!


Oggi il Servizio imposte degli Stati uniti d'America, probabilmente la più potente agenzia fiscale del pianeta, ha ricevuto un esposto di quasi 1400 pagine che richiede la revoca immediata dell'esezione da tasse e tributi per l'AIPAC, la famigerata associazione lobbistica che porta avanti i desiderata e gli interessi di Israele con insuperato successo da oltre mezzo secolo, da quando cioé venne formata con questo esplicito scopo dallo stesso Ministero degli Esteri dello Stato ebraico.

Passata attraverso una successiva serie di nomi e di ordinamenti l'AIPAC assunse il suo assetto attuale nel 1964 e ha sempre resistito alle richieste (espresse anche dal Senatore William Fulbright e dal dirigente della CIA Victor Marchetti) di venire considerata come un'agenzia estera operante negli Stati Uniti, anche se praticamente tutti i suoi dipendenti, in quanto Ebrei, godono di cittadinanza israeliana, preferendo qualificarsi come "una lobby politica americana che si sostiene con donazioni di privati".
Cambiano i nomi, il partito, persino il colore dei Presidenti degli USA, ma tutti devono omaggiare il Moloch dell'AIPAC...
Quanto i "privati" che hanno a cuore le sorti dell'AIPAC possano essere generosi lo abbiamo scoperto con la vicenda del licenziamento di Steve J. Rosen, visto che milionari sionisti lo inondarono di denaro per quattro anni (curiosamente, tutto il tempo in cui, da licenziato, veniva indagato per accuse di spionaggio).

Le accuse principali del memorandum organizzato dall'IRMEP (Institute for Research on Middle-East Policies) sono:

-Falso scopo caritatevole, l'AIPAC si presenta come una 'charitable association' quando invece i suoi scopi hanno vari e molteplici fini, nessuno dei quali ha a che fare con la carità o la solidarietà con i più deboli.

-Fraudolenta esenzione tributaria, nella sua richiesta dello speciale status esentasse (che negli Usa si concede alle Chiese e a poche altre associazioni), l'AIPAC omise di evidenziare i suoi legami con l'AZC (Congresso sionista americano), un'organismo chiuso d'ufficio dal Dipartimento di Giustizia di Washington per la sua inottemperanza delle regole che avrebbe dovuto seguire in quanto organizzazione straniera operante in Usa (questo spiega come mai l'AIPAC preferisca le fasulle vesti 'caritatevoli').

Un riassunto del dossier sull'AIPAC é visionabile e scaricabile a questo link.

L'esposto é il risultato delle dichiarazione del Commissario del Servizio imposte Douglas Shulman che, in un colloquio radiofonico tenutosi nel Capodanno 2010, promise al direttore dell'IRMEP Grant F. Smith, autore di numerosi saggi sulla pervasisvità e il potere della lobby ebraica negli Stati uniti, che "Se un'associazione caritatevole viene meno al suo mandato e viola le leggi nazionali, certamente la perseguiremmo".

Ecco le prove che voleva, Commissario Shulman, dica alla sua segretaria di farle un bricco di caffé forte e si metta al lavoro!

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