giovedì 30 dicembre 2010
Persino Jeffrey Goldberg dubita della democrazia israeliana!!
Traduciamo ora per il pubblico Italiano un articolo stilato dal reporter e commentatore Ebreo-americano Jeffrey Goldberg; Goldberg, autore del libro "Prisoners: a Story of Friendship and Terror" ha un'esperienza pluridecennale di questioni medio-orientali e africane e collabora regolarmente con The Atlantic, le sue riflessioni sono significative perché mostrano come anche l'intellighenzia ebraica progressista e in passato decisamente filosionista stia rapidamente ripensando le sue posizioni, allarmata e disgustata dalla sempre più marcata natura militarista e razzista del regime di Tel Aviv.
Esiste la concreta possibilità che un giorno gli israeliani possano decidere di fare a meno della democrazia per mantenere il potere nelle mani dell'etnia ebraica? Alcune persone, ovviamente, obietteranno che Israele già nei fatti ha cessato di essere una democrazia nel momento in cui ha deciso di rendere permanente l'occupazione di ampie zone della Cisgiordania. Io voglio sperare che sia prematuro parlare di una possibile o effettiva "morte della democrazia" in Israele legata allo status della West Bank, ma mentirei a me stesso se negassi che in momenti di dubbio o sconforto il pensiero abbia attraversato la mia testa: che gli israeliani possano prendere la conscia, ferma decisione di preservare il carattere etnico/razziale del loro Stato a scapito di quello parlamentare, rappresentativo, democratico.
Come ho scritto recentemente c'é molto poco che il Governo di destra attualmente in carica abbia detto (per non dire fatto) per suggerire l'idea di poter un giorno liberarsi dalla 'droga pesante' degli insediamenti, in cui ultimamente sta indulgendo con tutta l'estasi di un tossicodipendente in periodo di vacche grasse; quello che é più inquietante é che proprio questa espansione territoriale in Cisgiordania porterà prima o poi al "redde rationem"...quando Stato di Israele e West Bank non saranno più distinguibili cosa faranno i politici? Daranno la cittadinanza ai Palestinesi o gliela rifiuteranno?
La prima opzione renderebbe gli israeliani ebrei più o meno la metà di una popolazione mista di ebrei e arabi, negando il carattere 'razzialmente ebraico' di Israele, la seconda automaticamente escluderebbe Israele dal novero delle nazioni democratiche.
La mia segreta speranza é sempre stata quella che gli israeliani, realizzando finalmente la pognanza di tale scelta (alcuni pare addirittura che lo abbiano già fatto), sceglieranno per il meglio. estricandosi in qualche modo dalla ragnatela degli insediamenti che rischierebbero di soffocare la loro democrazia, ma un paio di recenti conversazioni avute con abitanti di Gerusalemme mi hanno via via convinto che per un gran numero di cittadini ebrei di Israele la democrazia sia sempre meno importante; costoro si radunano grosso modo nei seguenti gruppi: gli haredim ultra-ortodossi il cui peso numerico aumenta sempre più col passare degli anni, i sefarditi provenienti dagli stati Arabi e Mediorientali, un gruppo sociale piuttosto compatto e proletario i cui interessi alla Knesset sono rappresentati dagli odiosi rabbini oscurantisti dello Shas, i coloni ultranazionalisti e fondamentalisti, che sembrano disposti ad appoggiarsi a qualunque politico permetta loro di occupare più terra e ampliare le loro colonie e infine gli immigrati russi fra cui é molto diffuso il sostegno ad Avi Lieberman, l'attuale Ministro degli Esteri.
Diciamo che, in via ipotetica, un giorno del prossimo futuro il Primo Ministro Lieberman (non ridete! non deve fare ridere!) propone una legge che, coerentemente con le iniziative di certi religiosi, proibisce de facto agli Ebrei di vendere o locare immobili agli arabi, oppure che annetta permanentemente a Israele la maggior parte della West Bank per garantire la 'sicurezza' ai coloni...automaticamente questo includerebbe in Israele milioni di Palestinesi, ma Lieberman dichiara che essi non sono "veri" cittadini di Israele e che se vogliono votare devono andare a farlo in Giordania o in qualche altro Stato. Cosa succederebbe a quel punto? La Corte Suprema interverrebbe? Dichiarerebbe l'incostituzionalità di tale provvedimento? Io lo spero ma non posso esserne sicuro, per quanti israeliani conosco che apprezzino e rispettino la democrazia non sono certo che possano avere la forza o la determinazione di lottare per essa e di certo dubito che molti Ebrei all'estero abbiano già simbolicamente 'fatto una croce' su Israele, disgustati dal suo militarismo e dai suoi atteggiamenti discriminatori.
Sono apocalittico? Forse, anzi, certamente. Sto esagerando il problema? Un poco, ma non tanto quanto mi sentirei tranquillo nel sapermi esagerato, anzi, forse non lo sto esagerando affatto. Sta il fatto che Israele potrà avere una stampa libera e una magistratura indipendente ma dall'altro lato é sempre meno simile al Paese che conoscevo e amavo venticinque anni fa, la crescita di potere e influenza dei quattro gruppi che ho evidenziato lo ha cambiato in maniera radicale e niente affatto per il meglio; mi riservo di mostrarvi come e quanto in articoli futuri.
Copyright: Jeffrey Goldberg 2010.
Traduzione: Redazione di Palaestina Felix.
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