giovedì 18 novembre 2010

Coloni ebrei incendiano uliveto palestinese: la polizia di Israele arresta i coltivatori danneggiati!


Immaginate di essere un coltivatore di olive e mandorle; immaginate, una notte, di venire svegliato dai vostri vicini che vi avvertono che i vostri filari di alberi sono in fiamme: vi vestite, vi precipitate fuori di casa con parenti e amici, preoccupati come non mai; i vostri alberi, i loro frutti, sono ciò che vi consente di mettere il cibo sulla tavola, vi permettono di vestire e dare un'istruzione ai vostri figli.

Una volta arrivati al luogo dell'incendio vi viene impedito di accedervi: l'esercito di occupazione sionista "teme" per l'incolumità del vicino insediamento illegale di fondamentalisti ebrei, costruito su terra rubata al vostro popolo, giacché l'incendio é stato appiccato dai teppisti indottrinati fin dall'infanzia a odiarvi (e che regolarmente si rendono colpevoli di atti di vandalismo, incendio, aggressione e pestaggio, come e peggio di una qualunque 'gang' di hooligan razzisti).

Chiamate i pompieri, che inviano un'autopompa, bloccata a sua volta; il fuoco continua ad ardere e consuma il frutto della vostra fatica e del vostro lavoro...alla fine all'autopompa viene concesso di entrare sulla vostra terra (ma è vostra, non dovreste decidere voi cosa può o non può entrarci?), ma il focolaio d'incendio é stato appiccato con perizia dai teppisti ebrei...l'automezzo non può risalire il ripido crinale per aggredirlo coi suoi getti, rischierebbe di ribaltarsi.



Finalmente a voi e ai vostri compagni viene "concesso" (oh, magnanimità del 'popolo eletto'!) di correre in soccorso dei vostri alberi; vi impegnate a fondo e con sacchi di terra e altri semplici espedienti le fiamme sono vinte: dieci acri di terreno coltivato sono però andati in cenere.

Alla fine, l'esercito di occupazione vi arresta, sì, avete letto bene! Vi arresta insieme a coloro che vi hanno aiutato, e insieme a una troupe di giornalisti locali che stava riprendendo l'accaduto; perché non é bene che quanto accade nella terra occupata di Palestina, le quotidiane angherie e scorrerie dei settler integralisti e la connivenza e indifferenza delle forze armate e di polizia israeliane si risappia in giro, meglio che le opinioni pubbliche occidentali continuino ad abbeverarsi ai pozzi avvelenati dei media controllati dalle lobby sionista internazionale.

Questo é quanto é successo ieri presso Safa, un villaggio palestinese a 12 Km da Hebron, ed é successo altre cinque volte in passato, semplicemente un altro capitolo nella lunga storia degli attacchi sionisti contro agricoltori palestinesi; una storia che sembra tratta da un western di John Sturges o Howard Hawks, ma che anziché nelle vallate del Montana o dell'Arizona ha come teatro la Palestina occupata e come protagonisti negativi coloro che con la violenza e l'arroganza sperano di indebolire l'indissolubile legame fra la terra e coloro che l'hanno abitata e coltivata da sempre, i suoi inalienabili padroni.

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