Esponenti dell'
agenzia stampa filosionista 'Reuters' hanno ripetutamente tentato di convincere negli ultimi mesi il Sensei iraniano Akbar Faraji, fondatore della prima accademia di Ninjutsu della Repubblica Islamica (il "Bujinkan Hombu Dojo Ninjustu Iran") affinché persuadesse le sue studentesse femminili a ritirare la denuncia collettiva per diffamazione seguita alla diffusione di un 'servizio' che ben poco aveva di giornalistico (tranne forse che del giornalismo 'giallo' più superficiale e scadente) sulle attività del 'dojo' e delle sue studentesse.
|
Come la 'Reuters' immagina le atlete marziali iraniane... |
Come già denunciato su queste pagine la 'Reuters' aveva propalato ai quattro angoli del mondo una rozza e preposterosa tirata riguardo presunte "Assassine ninka al servizio degli Ayatollah" dipingendo come killer una serie di studentesse, professioniste e persino casalinghe che si sono iscritte all'accademia di arti maziali di Mr. Faraji semplicemente per coltivare l'armonia del corpo e la disciplina dello spirito attraverso un'antica e affascinante disciplina nipponica. Secondo il metro di giudizio della Reuters ogni praticante di Kendo potrebbe essere in grado di sventrare passanti per 'saggiare la sua lama' e non vogliamo nemmeno pensare come potrebbe risultare un 'servizio' simile su appassionati di tiro con l'arco o di scherma; naturalmente l'agenzia fondata da
Israel Beer Yosafat riserva questi toni esagerati e allarmistici solo quando gli artisti marziali provengono dall'Iran, paese che Sion vuole sia sempre dipinto come una minaccia pericolosa (al contrario di Israele che invece diffonde una versione bastardizzata e inutilmente violenta dello 'ju jitsu' -il cosiddetto krav maga- in migliaia di palestre in tutto il corrotto e superficiale mondo occidentale).
In omaggio al peggior copione sionista i messaggeri della Reuters avrebbero dapprima cercato di blandire Mr. Faraji con la promessa di tornaconto personali nel caso avesse convinto le allieve a ritirare la denuncia, per poi passare molto rapidamente alle minacce quando egli si dimostrò refrattario a qualunque intervento in tal senso. Ma i loro tentativi si sono conclusi con un nulla di fatto e una Corte civile di Teheran ha stabilito per la fine di settembre la prima udienza del caso che quasi certamente si concluderà con l'imposizione di una severa sanzione di risarcimento danni morali a favore delle atlete diffamate.
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!
Puoi votare le mie notizie anche in
questa pagina.
Nessun commento:
Posta un commento