In questa maniera la Marina di Teheran tornerà per la terza volta (dopo una prima escursione nel 2011, subito dopo la caduta di Mubarak e una seconda praticamente dodici mesi dopo) a varcare il Canale di Suez. L'entrata di navi iraniane nel Mediterraneo aveva scatenato le reazioni scomposte di Usa e regime ebraico che vedevano con preoccupazione l'espandersi della capacità di Power Projection della Repubblica Islamica.
Il secondo viaggio nel Mediterraneo suscitò altrettanti mal di pancia imperialisti e sionisti visto che aveva luogo nel bel mezzo dell'aggressione terroristica alla Siria e prevedeva uno scalo proprio nella Repubblica Araba di Assad, alleato verso cui l'Iran non ha mai mancato di estendere la propria solidarietà, politica, diplomatica ma anche materiale.
Man mano che passa il tempo e più si vede come le dichiarazioni di Sayyari riguardo alla progressiva estensione del raggio operativo dell'IRIN ad acque sempre più distanti fossero tutt'altro che vanterie propagandistiche e che, grazie alle crescenti capacità costruttive dei cantieri di Teheran sviluppate nel corso della cosiddettà "Jihad di Autosufficienza Militare" l'obiettivo di vedere il tricolore iraniano sventolare sull'Atlantico o sul Pacifico é sempre più realistico e vicino.
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