Nel suo letto all'ospedale di Al-Khalil, in Cisgiordania, dove é ricoverata dalla metà di febbraio dopo essere collassata a causa delle privazioni cui si é sottoposta in solidarietà con suo figlio Ayman Sharawna, attualmente detenuto nelle galere israeliane, l'anziana ma determinatissima e coraggiosa Laila Ghannam ha dichiarato ufficialmente di essere pronta a continuare il suo sciopero della fame, pur sotto controllo medico, fino a quando suo figlio non verrà rilasciato.
Come Samir Issawi e molti altri in precedenza, anche Ayman Sharawna é uno dei molti prigionieri politici palestinesi che da mesi si stanno lentamente consumando rifiutando il cibo, trasformando i loro corpi imprigionati in campi di battaglia dove ogni ora, ogni minuto di digiuno accrescono un patrimonio di dignità che sminuisce e fa sfigurare nella meschinità la strapotenza violenta dei carcerieri, dei generali, degli invasori e degli occupanti sionisti.
Laila Ghannam ha lanciato un appello a tutti i dirigenti di Hamas, di Fatah, di tutte le organizzazioni politiche palestinesi, di non lasciare intentato nessun approccio per cercare di assicurare la liberazione di suo figlio e dei suoi compagni di prigionia.
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