Non deve essere facilte, ultimamente, essere il Principe Bandar bin Sultan, capo dei Servizi segreti sauditi e principale artefice del sostegno della monarchia di Riyadh alle correnti wahabite e takfire presenti in Libano e Siria (mercenari terroristi compresi) in funzione anti-Assad, anti-Hezbollah e anti-Asse della Resistenza.
Il Principe infatti nel corso degli ultimi mesi, dopo aver rodomontescamente annunciato (subito dopo aver 'fatto fuori' il collega Principe Muqrin) che avrebbe risolto le situazioni in quei paesi "in poche settimane" a totale favore dell'Arabia Saudita e dei suoi interessi non ha fatto che collezionare rovesci e sconfitte ed é ormai visto come una specie di 'paria' a corte.
La sconfitta si sa, é sempre orfana, e se a rimediarla é il figlio naturalizzato di una schiava negra sedicenne (questa infatti la linea materna di Bandar, una 'macchia' del suo passato che ha sempre cercato disperatamente di nascondere e far dimenticare attraverso il suo attivismo diplomatico, specialmente verso gli Usa) si può capire come le 'azioni' della popolarità di Bandar siano colate a picco nei circoli curtensi sauditi ben più di quanto non avrebbero fatto se a combinare i pasticci siriani e libanesi fosse stato un principe dotato di tutti i 'quarti' di nobiltà.
Logorato da passati anni di eccessi (quando era ambasciatore a Washington, costantemente ospite della famiglia Bush, tanto da venirne considerato membro adottivo, Bandar era conosciuto come fortissimo consumatore di Scotch e Cognac) e dai postumi dell'attentato che lo ha quasi ucciso il luglio scorso tenendolo per mesi lontano dalla scena pubblica, gli attuali incarichi di Bandar gli imporrebbero una giornata lavorativa di 12-18 ore consecutive, cui, nonostante abbia passato da poco la sessantina (per gli standard della corte saudita, un giovanotto) non riesce a dedicarsi con efficienza.
Inoltre la recente sequela di delusioni ha esacerbato il suo animo portandolo a diventare iroso e avventato, sentimenti che, per quanto adatti al temperamento tragico di questo sfortunato 'Otello d'Arabia' mal si conciliano coi requisiti necessari a essere un efficace 'spymaster'.
quanto ti piace il termine "negro".
RispondiEliminaD'altra parte il tuo background culturale, (nonostante ti abbiano rifiutato schifati su stormfront) è quello che tutti possono immaginare...
Chi non ha argomenti per criticare si attacca ai dettagli,
Eliminain Italiano il termine 'negro', derivante dal latino 'niger' (scuro), non ha ALCUN connotato negativo, lo si rileva nella letteratura quanto nella lingua parlata e persino nelle canzoni ('Angelo Negro' di Testoni/Alvarez)...ma forse tu sei uno dei 'boldrinisti' dell'ultima ora e vorresti stravolgere secoli di tradizione linguistica e poetica per allinearti alle ubbie d'oltreoceano...