Oltre venti gruppi e associazioni svizzere attive nella difesa dei Diritti umani stanno tenendo in queste ore un vertice a Ginevra per coordinare azioni e iniziative di protesta contro la programmata visita di Shimon Peres, il criminale di guerra che attualmente ricopre la carica di Presidente dello Stato ebraico.
Gli attivisti svizzeri sono intensamente coinvolti negli sforzi internazionali per portare Shimon Peres di fronte a una corte di giudizio internazionale che lo giudichi almeno per l'ultimo della lunga stringa di misfatti contro la Pace e la dignità umana: ovvero il suo coinvolgimento nel brutale 'pogrom' militare condotto da Israele contro la Striscia di Gaza tra il dicembre 2008 e il gennaio 2009.
Durante i 22 giorni dell'aggressione le forze militari sioniste si scatenarono in una sarabanda di morte e distruzione scientemente e volontariamente mirata in primo luogo contro la popolazione civile del ghetto palestinese assediato: contro donne e bambini palestinesi vennero riversate massicce quantità di munizioni e armamenti chimici e tossici come proiettili all'uranio impoverito, fosforo bianco, napalm ed esplosivi a metalli densi inerti che, oltre ad aver causato oltre 1400 vittime immediate hanno portato nei tre anni trascorsi dall'attacco a una moltiplicazione esponenziale delle leucemie, dei linfomi, delle malformazioni neonatali, degli aborti spontanei.
"Abbiamo in programma manifestazioni di massa, marce e sit-in contro la visita di Peres", dichiara Anwar al-Gharbi, Presidente dell'associazione elvetica "Rights for All". "Se vuole mantenere la sua fama di nazione pacifica e neutrale la Svizzera ha una sola scelta: chiudere la porta di fronte al criminale di guerra Shimon Peres".
Oltre che nell'operazione 'Piombo Fuso' Shimon Peres, da ufficiale dell'esercito sionista, fu coinvolto ai più alti gradi di Stato Maggiore nella pianificazione ed esecuzione di operazioni criminali come l'aggressione tripartita a fianco di Francia e Inghilterra contro l'Egitto nel 1956 e l'attacco a tradimento contro Egitto, Giordania e Siria nel 1967.
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