In tutta la sua storia Israele non é mai stato dalla parte della democrazia, al contrario, tutti i suoi più stretti alleati politici e strategici sono sempre invariabilmente classificabili come dittature di destra, più o meno estrema; questo potrebbe sembrare strano a chi presti orecchio alla favola dei poveri sionisti "perseguitati dal Fascismo" o "addirittura "scampati alle camere a gas" ma chi conosca veramente la genesi del movimento sionista, il suo emergere dal crogiuolo di nazionalismo esasperato da cui sono sorti tutti i fascismi europei non può che riconoscere nel movimento di Theodor Herzl tutti i crismi dell' "Fascismo eterno", da Umberto Eco definito "Ur-fascismo".
Gli aspetti identitari del movimento, la sua capacità di assorbire e utilizzare a suo beneficio metafore e iconografie religiose pur partendo da basi organizzative totalmente laiche e secolari, l'insistenza 'alla Cecil Rhodes' sull'occupazione e l'annessione di terra, persino la sua ossessione con l'avanguardismo pioneristico denotano una personalissima reinterpretazione del concetto del "Fardello dell'Uomo bianco"(sionista) che secondo Herzl doveva incaricarsi di "Respingere indietro l'Asia" (un concetto che sembra tolto dalle labbra di Himmler) e "Costituire un avamposto d'Europa in Oriente", una volta che la Palestina venne selezionata come obiettivo delle mire sioniste.
Che uno stato nato da tali presupposti ("insaporiti" da generose spolverate di razzismo 'fin de siecle' alla Gobineau e alla Chamberlain) non possa che interloquire fecondamente con altre dittature destrorse non deve quindi sorprendere nessuno: é una conseguenza puramente logica e naturale.
Allineandosi alle dittature di destra gli israeliani inoltre aumentavano la loro utilità politica verso i loro sponsor statunitensi, i cui apparati spionistici e repressivi spesso avevano difficoltà a intervenire efficacemente in certe arene geopolitiche a causa dei troppo pressanti controlli esercitati da quei membri del Congresso che sembravano più ingenuamente voler restare attaccati a sorpassate idee di giustizia e Diritto, imponendo ai militari, alla CIA e alle agenzie collegate steccati e restrizioni che invece non impensierivano affatto i realpolitikanten di Tel Aviv.
In ogni lato e angolo del mondo, ovunque fosse stato necessario armare e sostenere dittature fasciste o fascistoidi a mantenere il potere contro la volontà e spesso l'aperta ribellione delle masse popolari e lavoratrici lì si poteva scorgere prima o poi la 'longa manus' israeliana, ora nel ruolo di mercante di armi, ora istruttore di know-how repressivo, a seconda delle necessità.
Una delle arene in cui gli israeliani furono sempre molto ricercati e apprezzati era certo il Sud America, laddove le multinazionali americane avevano sempre bisogno di elite saldamente inserite nei governi locali con cui trattare la vendita e l'usufrutto, ovviamente 'a prezzo di favore', di enormi riserve di materie prime minerali e derrate agricole esotiche (le stesse che ora, grazie all'opera di leader come Chavez, Correa, Morales, Lula, sono riuscite a finanziare il più grande restringimento del gap di ricchezza mai visto nel subcontinente).
Uno dei più fedeli e affezionati clienti di Israele é stato il Cile di Augusto Pinochet, il generale che rovesciò il presidente marxista Salvador Allende (democraticamente eletto) i cui sforzi di redistribuzione della ricchezza nazionale (fra cui la nazionalizzazione del rame cileno) avevano allarmato non poco gli alti papaveri della corporazione ITT. Pinochet già godeva di ferventi ammiratori nella comunità sionista cilena, quali l'ex-senatore di destra Angel Faivovich e il proprietario del quotidiano conservatore PEC Marcos Chamudes, per non menzionare poi Jose Beridichewsky Scher, il brigadiere che ordinò il bombardamento del palazzo presidenziale della Moneda come 'liberi tutti' del colpo di Stato militare dell'11 settembre 1973.
Altri ebrei sionisti vennero poi reclutati nell'esecutivo sostenuto dalle baionette della Junta: mentre i prigionieri politici dagli stadi venivano portati alle camere di tortura della DINA, dove elettrodi erano collegati ai genitali come da prescrizioni del Mossad israeliano (grande esperto di 'interrogatori') economisti friedmaniti come Sergio Melnick scavavano un abisso fra i redditi dei lavoratori e quelli della borghesia sfruttatrice e parassitaria complice della dittatura fino a generare le rivolte e gli scioperi del 1983, mentre il duo padre-figlio di Miguel Schweitzer Speisky e Miguel Schweitzer Walters occupava in periodi diversi le poltrone di Ministro della Giustizia (quindi direttamente coinvolto nelle sparizioni e nelle brutalità) e degli Esteri (per nascondere quelle stesse brutalità agli occhi del mondo) e Berdichewsky veniva inviato in Israele come ambasciatore.
Israele divenne un affidabile ed entusiasta esportatore d'armi verso Pinochet, il cui arsenale presto si trovò a traboccare di mezzi scartati dai depositi israeliani (giacché le corse agli armamenti sudamericane erano all'epoca meno stringenti di quelle mediorientali, anche articoli obsoleti od obsolescenti nel Sinai o sul Golan potevano risultare molto utili fra Cordigliere, Pampas e Sierras), veicolati a Santiago tramite gli ottimi contatti sionisti nel sottobosco dei trafficanti d'armi o addirittura prodotte in Cile su licenza e design israeliano.
Uno dei più grandi successi dell'industria bellica israeliana in Cile fu il riarmamento della componente corazzata dell'esercito, che a inizio anni '80, dopo quasi 10 anni di dittatura, era ancora costituita dal carro leggero americano M24 Chaffee, reliquia della 2a Guerra Mondiale e dagli Sherman M51 migliorati e modificati da Israele (che in Medio Oriente avevano combattuto fin proprio all'anno del golpe cileno); per non venire surclassati dai T-55 e dai T-62 peruviani questi antiquati carri armati avevano bisogno di armamenti più potenti che Tel Aviv fornì sottoforma di cannoni ad altissima velocità dall'inusuale calibro di 60mm, sparanti proiettili subcalibro con punte penetranti in metalli ultradensi, che in seguito, vennero montati anche sulle blindate Mowag-Piranha a sei ed otto ruote.
Ancora adesso, con la maggior parte dei colonnelli e generali cileni provenienti dalle fila del regime (nessun processo di purga e de-pinochetizzazione é stato possibile nel Paese), Israele fornisce moltissime armi all'esercito di Santiago: SUV "AIR-Storm", lanciamissili anticarro SPIKE, obici Soltam M-71 e lanciarazzi multipli LAR-160
Dal 1975 in poi il Cile divenne crocevia dell' "Operazione Condor", tentativo di concertare le azioni di varie agenzie e polizie segrete sudamericane per poter perseguitare, assassinare, torturare profughi politici che erano fuggiti da un paese latino americano rimanendo sempre nel continente. La triste e sanguinosa campagna di rappresaglie, ispirata allo spietato ma inutile "Programma Phoenix" tentato dagli USA in Vietnam contro i sostenitori civili di guerriglieri e partigiani. Gli agenti del Mossad, già presenti in Cile fin dalle prime fasi della dittatura, non fecero mancare il loro appoggio anche a tale operazione, quasi con gusto...
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