giovedì 2 dicembre 2010

"Dashed Hopes": così Israele viene meno alle promesse fatte su Gaza

"Dashed Hopes: Continuation of the Gaza Siege", questo il nome del memorandum sostenuto da ben ventuno organizzazioni non governative attive nei campi dell'aiuto umanitario e del sostegno dei diritti umani con l'obiettivo di arrivare quanto prima a un "immediato, incondizionale e completo" scioglimento dell'assedio israeliano alla Striscia di Gaza, trasformata in un vero e proprio "Ghetto" come quello di Varsavia nella Seconda Guerra mondiale.

Le ONG in questione (fra cui Amnesty International, la Chiesa di Svezia, Save the Children, Pax Christi e il Consiglio norvegese per i Rifugiati) si concentrano specialmente su tutte le promesse disattese dallo Stato sionista rispetto alle assicurazioni date nel giugno 2010 per "allentare" la stretta su Gaza.

La lettura di quanto era stato promesso e del poco (se non niente) che é stato realizzato é particolarmente penosa e mostra, in tutta la necessaria chiarezza, come Israele consideri trattati e impegni sottoscritti poco più che come carta straccia, né più né meno di quanto facevano altri Stati aggressivi e sterminatori come il Terzo Reich e gli Stati Uniti del genocidio indiano.
Disegnando questo amaro 'cartoon' nel 2007 Carlos Latuff non poteva immaginare che, da lì a pochi mesi, Israele avrebbe cominciato davvero a "tagliare teste" (e braccia e gambe e mani) con la sua brutale aggressione militare contro i civili di Gaza.
Israele aveva promesso che avrebbe lasciato affluire fino a 250 camion di merci e materiali al giorno tramite il valico di Kerem Shalom...a sei mesi dalla promessa il massimo influsso registrato (in una giornata isolata e non rappresentativa di alcun trend) é stato di 183 carichi; aveva altresì promesso che avrebbe aperto il nastro di trasporto del varco di Karni a 360 carichi di merce alla settimana, ma attualmente ne passano soltanto 137 a settimana; Israele aveva promesso la totale apertura delle esportazioni da Gaza ma, fatto salvo per il permesso di esportare fragole (rilasciato per le forti pressioni di agenzie umanitarie), la situazione non é cambiata da giugno e le esportazioni di tutti gli altri generi sono bloccate; le forze armate israeliane impediscono l'accesso al 35 per cento di terra coltivabile della Striscia e all'85 per cento delle acque pescabili di fronte ad essa.

In tutto il territorio assediato vi sono 40mila scolari e studenti senza scuole e classi da frequentare, risultato diretto della scientifica e precisissima campagna di bombardamento aereo e d'artiglieria condotto dal famigerato "Esercito più morale del mondo" durante il suo "pogrom" militare di due anni fa. L'assedio, prolungamento e continuazione della "punizione collettiva" iniziata con "Piombo Fuso" non é stato mirato contro Hamas, come sostenuto dai pettoruti generali di Tsahal, ha avuto come obiettivo primario le infrastrutture civili di Gaza, per rendere impossibile la vita alla popolazione.

Secondo una dichiarazione rilasciata alla BBC dal Direttore dell'Agenzia ONU per le Operazioni di Soccorso a Gaza, Johnatan Ging, "non vi sono stati miglioramenti di sorta" dopo i roboanti annunci fatti da israele nel mese di giugno; risulta così evidente che essi non costituissero altro che una "operazione cosmetica" intrapresa dai P.R. dello Stato ebraico per cercare di contrastare la marea di sdegno e condanna che aveva colpito Israele a fine maggio, in occasione dell'assalto alla Freedom Flottilla e al massacro degli attivisti che stavano portando aiuti umanitari a Gaza.

Come si dice a Napoli: "Passata la festa, gabbato lu Santo"; una volta che l'attenzione collettiva dell'Occidente si é spostata altrove, Israele non ha ritenuto necessario mantenere alcunché di quanto aveva promesso, esattamente come Hitler fece con il patto nazi-sovietico e come gli Usa erano abituati a fare con i tanti "trattati" con le nazioni pellerossa.

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