domenica 4 settembre 2011

Continuano le rivelazioni sulle "liasons dangereux" tra Usa e Gheddafi


Dagli archivi segreti dell'ex uomo forte tripolino continuano a emergere documenti compromettenti riguardo la collaborazione tra Usa e Libia nel trasporto e nella tortura di prigionieri catturati al di fuori di ogni cornice di legalità internazionale tra il 2002 e il 2009, quindi sia durante i mandati del Presidente Bush jr. sia durante il primo anno di amministrazione Obama. Del resto chiunque ricordi il rapido e soprendente avvicinamento post-2001 della Jamahiriya libica al campo 'occidentalista' (dopo decenni di retorica terzomondista e guerrigliera), con tanto di supina accettazione delle imposizioni americane riguardo lo smantellamento dei programmi di armi chimiche e la distruzione di tutti gli agenti aggressivi fino a quel momento prodtti e stoccati, non avrà nessuna difficoltà ad accettare che Gheddafi era ormai da anni un entusiasta servitore degli interessi di Washington e alleati, che si sono poi rivoltati contro di lui esattamente come hanno fatto ai tempi con altri burattini che avevano perso la loro utilità per i manovratori, come Noriega e Saddam Hussein.

Nonostante si sia fatto eleggere accendendo le belle speranze di liberali e progressisti l'inquilino nero della Casa Bianca Barack Hussein Obama ha ripetutamente dichiarato di aver mantenuto in vita i programmi di rapimento extragiudiziale inaugurati dal suo predecessore, arrivando ad affermare con sfacciata ipocrisia di avere dato ordine di "controllare" le condizioni di trasporto, detenzione e interrogazione (cioé di sequestro e tortura) per "garantire il rispetto dei loro diritti". Il che é come dire che un violentatore seriale annunci l'intenzione di continuare nelle sue aggressioni, ma di ìmpegnarsi altresì a 'controllare' le condizioni delle sue vittime per 'garantire il rispetto dei loro diritti' (tranne ovviamente quello di non essere assalite/stuprate).

Riguardo all'affaire delle armi chimiche di Tripoli é stata ritrovata una bozza del discorso col quale il Colonnello annunciava l'avvenuta distruzione delle riserve di agenti chimici, dal quale appare evidente che esso sia stato elaborato dalla Dipartimento di Stato americano e quindi 'passato' a Gheddafi, in maniera che il suo annuncio 'toccasse' le corde sensibili dell'opinione pubblica americana garantendo un ritorno d'immagine per il dittatore e di rimbalzo un plauso all'operato del Governo Bush per aver "ammansito" un leader notoriamente aggressivo e ostile agli interessi Usa, che tra 1980 e 1989 era stato attaccato militarmente ben tre volte dall'aviazione e dalla marina a stelle e strisce, coi due incidenti nel Golfo della Sirte e col tristemente famoso 'raid' degli F-111 che uccise una delle figlie adottive del Colonnello.

Documenti come questo gettano una luce sinistra, se ancora ce ne fosse bisogno, sulla sincerita e la profondità delle motivazioni "morali e umanitarie" per gli interventi armati della NATO e degli alleati degli USA in genere, quasi sempre diretti contro stati e regimi che fino a pochi anni fa erano a loro volta considerati "amici" e collaboratori della politica imperialista di Washington.
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