La prima centrale nucleare iraniana é stata collegata negli scorsi giorni alla rete energetica nazionale, nella quale ha iniziato a riversare i primi MegaWatt di elettricità generata attraverso la fissione nucleare controllata; secondo i dati e i comunicati rilasciati dall'Agenzia per l'Energia atomica della Repubblica islamica dell'Iran l'impianto di Bushehr nelle prime giornate di operatività sta venendo tenuto attorno al 5% dell'output massimo previsto (1000 MW), seguendo un programma di aumenti e incrementi graduali che dovrebbero portarla oltre il trenta per cento lunedì prossimo quando, alla presenza di un vasto parterre di autorità locali e del Ministro dell'Energia russo Sergej Shmatko, una cerimonia ufficiale sancirà a tutti gli effetti l'ingresso di Teheran nel club nucleare.
Negli anni passati già il confinante Pachistan si era dotato di impianti atomici, che però nel suo caso erano legati alla produzione di materiale fissile per il suo programma di armamenti nucleari, mentre, come affermato più volte dal Governo iraniano e verificato finora dagli ispettori dell'IAEA il programma energetico di Teheran é unicamente civile e volto a liberare il massimo di risorse petrolifere e di gas naturale per l'esportazione, senza doverne trattenere quote per la produzione di energia elettrica. La costruzione di impianti atomici civili era un vecchio "pallino" dello Shah, ma c'é voluta la dedizione e la costanza dell'Iran post-rivoluzionario per trasformare la cosa in una vera e propria epopea nazionale che, a fianco dell'aiuto e della cooperazione straniera (russa, in questo caso) ha visto entrare in gioco una quota sempre più significativa di know-how, conoscenze e tecnologie nazionali, nella cornice dell'autonomia e dell'autosufficienza tecnica e scientifica.
"Scienziati e tecnici iraniani" ha dichiarato il Ministro degli Esteri Ali Akbar Salehi in una conferenza stampa tenutasi ieri "hanno avuto modo di mettere a confronto le loro esperienze maturate negli studi e nelle specializzazioni in università europee, russe, asiatiche e americane, riuscendo letteralmente a beneficiare del 'meglio di molti mondi' nei loro sforzi per dotare la loro patria del più avanzato ed efficiente programma nucleare possibile". Salehi ha anche rimarcato come, oltre agli immediati risultati nella produzione di elettricità e nel risparmio di risorse fossili, il programma atomico iraniano avrà importanti ricadute anche nei campi medico, industriale e agricolo.
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