Al-Khuzaie deve essere molto sicuro delle sue fonti, perché ha rilasciato lo 'statement' proprio dopo un incontro a quattr'occhi con l'ambasciatore washingtoniano James Jeffrey, nella giornata di mercoledì 21 settembre. Secondo un comunicato stampa diffuso in seguito dalla segreteria del Vicepresidente Jeffrey, nel corso dell'incontro, ha ribadito che, nonostante qualche "mugugno" di generali del Pentagono la Casa Bianca conta di onorare i propri impegni di ritiro entro i termini stabiliti, ribadendo inoltre che ogni operazione di combattimento delle truppe rimaste in Irak é conclusa ormai da mesi e che esse stanno soltanto "dando i ritocchi finali" alle loro missioni di consulenza e addestramento delle forze di sicurezza e difesa irachene.
Nonostante queste assicurazioni reiterate, non si arrestano testimonianze e segnalazioni che vorrebbero i militari Usa scesi nuovamente in campo nelle ultime settimane per cercare di arginare una nuova ondata di torbidi e violenze, che sembrano particolarmente minacciosi a poche settimane dal loro definitivo abbandono del campo; anche perché potrebbero preludere a una specie di situazione stile 'Saigon 1975', replicata sulle rive di Tigri ed Eufrate anziché su quelle del Mekong.
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