domenica 13 aprile 2014

Giordania, Egitto e Irak discutono ad Amman di un collegamento ferroviario transnazionale!!

Il Ministro dei Trasporti egiziano Ibrahim Demeiri, insieme al collega irakeno Salman Jassim si sono incontrati ieri ad Amman, ospiti del Premier giordano Abdullah Ensour per discutere di un importante progetto infrastrutturale che coinvolge i loro paesi.

Si tratta di un costruendo collegamento ferroviario che unirebbe Il Cairo a Bagdad via Amman; sicuramente il più ambizioso progetto internazionale di questo genere che si sia visto nella regione nell'ultimo quarto di secolo. Secondo il lancio dell'Agenzia Petra Ensour avrebbe definito l'opera: "Fondamentale per incrementare la cooperazione e gli scambi commerciali tra i nostri tre paesi".

Egitto, Giordania e Irak non sono nuovi a simili joint venture, lo testimonia la positiva esperienza della 'Arab Bridge Maritime', che finora ha accumulato a beneficio del Cairo, di Amman e di Bagdad un profitto di ben 250 milioni di dollari Usa.

4 commenti:

  1. Sarebbe un progetto utile per isolare il regime sionista... una unione vera economica e tra gli stati arabi consentirebbe alla cisgiordania una possibilità di essere economicamente libera dai vincoli imposti in questo momento dal regime sionista. Io ho sempre pensato che ora e' necessario rendere libera tutta la cisgiordania per poter avere un territorio plestinese autonomo e collegato ai paesi arabi in modo diretto e questo progetto va proprio in quella direzione, un aggiramento infrastrutturale di strade ferrovie e aeroporti ... i sionisti si battono chiudendoli nel loro ghetto ... senza possibilita' di commerciare crollano ... oggi le condizioni internazionali per un riconoiscimento della Palestina ci sono tutte .. la lotta va conventrata su questo progetto coinvolgendo l'ONU e sul campo iniziare una lotta continua contro l'occupazione sionista .... si vince solo così

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  2. La Giordania è un "feudo" sionista. Fin quando non cambia completamente la dirigenza attuale, con una capace di farsi carico della lotta all'imperialismo occidentale/sionista, coordinandosi con gli altri paesi dell'asse di resistenza, dubito che si possa fare molto affidamento sulla Giordania. L'attuale famiglia regnante, è stata in prima linea nel prostituire il proprio paese secondo i voleri Usa/Nato/sionisti, specialmente nei confronti della confinante Siria. La Giordania ha sempre cercato di slegare la Siria dall'Iran, fin dalla guerra Iraq-Iran, collaborando per questo con i sauditi, con i petrol-sceiccati sunniti del Golfo, e con gli Usa ed il regime sionista. Il popolo di Giordania sarebbe ben felice di liberarsi dall'influenza sionista e americana, ma il problema è l'attuale famiglia regnante capeggiata dal "reuccio" Abdallah, fedele esecutore dei piani dell'occidente, dei sionisti, e dei sauditi.

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    1. Gli unici in grado di provocare una " rivoluzione" in giordania sono i fratelli musulmani. Hanno una buona presenza sul territorio e di fatto detengono la stragrande maggioranza dei seggi in parlamento (parlamento giordano che è di fatto privo di potere reale). A mio parere però la loro presa al potere avrebbe cattive ripercussioni non tanto sulla politica estera (la giordania comandata dalla fratellanza segnerebbe la morte definitiva dell'arabia saudita) ma più che altro in politica interna (un islam troppo politicizzato dubito sarebbe accolto con piacere dai giordani a cui gli hashemiti hanno garantito una discreta libertà religiosa e uno stato di fatto quasi laico)

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    2. Dietro ai fratelli musulmani cè la Cia, l'MI6 e il Qatar. Spero che non accada mai che i fratelli musulmani prendano il potere in Giordania, che a quel punto diventerebbe un paese sotto l'influenza del Qatar, e verrebbe usato ancora di più contro la Siria, oltre a diventare il bersaglio di rappresaglie saudite. I Giordani non ne avrebbero niente di buono.

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