Una sparatoria avvenuta recentemente contro un posto di blocco sionista in località Qalandiya, vicino Ramallah, nella West Bank occupata potrebbe essere collegata al 'ritorno in azione' di una o più cellule delle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa, l'organizzazione armata originariamente legata al Movimento Fatah e attiva ai tempi della Seconda Intifada poi disattivata e attivamente perseguitata dagli stessi membri di Fatah nell'ambito della loro sottomissione alle direttive sioniste nell'ambito delle fasulle 'trattative di pace'.
L'avvenimento potrebbe inquadrarsi nella prospettiva dei ripetuti appelli alla ripresa delle attività armate in Cisgiordania: le Brigate Al-Aqsa mantengono un'operatività armata nella Striscia di Gaza sotto la "protezione" di organizzazioni armate più grandi e influenti (come le Brigate Qassam o le Brigate Al-Quds) ma finora quanto di esse rimaneva nell'area della West Bank era profondamente "in sonno".
A "risvegliare" le cellule sopravvissute alla repressione di Fatah potrebbero essere stati gli aiuti pervenuti recentemente da parte di Hezbollah (che ha interesse a rendere la West Bank territorio di scontro per diluire e indebolire le capacità militari sioniste su altri fronti) e di Fatah al-Intifada la fazione di Fatah filosiriana creatasi nel 1983 che ha interesse a screditare e indebolire i collaborazionisti di Abbas.
Nel corso dei suoi recenti appelli alla lotta anti-israeliana la Guida Suprema Ayatollah Khamenei ha predetto: "Presto la Cisgiordania sarà armata come Gaza"; sforzi per riattivare le Brigate Al-Aqsa e per riaccendere la lotta armata anche nella West Bank sarebbero solo logici e conseguenti rispetto a questa posizione.
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