venerdì 6 luglio 2018

Anche nell'Operazione Basalt si conferma l'estrema affidabilità degli obici cingolati sovietici Gvodzika ed Akatsiya! Conosciamoli meglio!!

La Seconda Guerra Mondiale dimostrò con ampia evidenza che un esercito era in grado di svolgere con efficacia operazioni mobili in profondità tanto più e tanto meglio quanto era in grado di far accompagnare le proprie unità di punta (ricognitori blindati, truppe corazzate, fanteria meccanizzata...) da un supporto fuoco potente, preciso ed affidabile, che potesse tenere il passo con l'avanzata di queste forze mobili.

L'aviazione d'assalto non sempre è la risposta giusta a questo problema, essendo il suo impiego condizionato alle condizioni atmosferiche ed essendo inoltre estremamente dispendiosa a parità di carico bellico sganciato sugli obiettivi.

L'artiglieria semovente, invece, é una soluzione molto più agevole, pratica, economica ed affidabile.

Tra la fine degli anni '60 e i primi '70 l'Armata Rossa sovietica introdusse due diversi modelli di obice cingolato che da allora sono diventati protagonisti di dozzine e dozzine di conflitti grandi e piccoli, tra cui, ovviamente, anche la Guerra al Terrorismo combattuta in Siria in questi ultimi sette anni.

Stiamo parlando del modello 2S1 'Gvodzika', da 122mm di calibero e del 2S3 'Akatsiya' da 152mm.

Il 2S3 fu il primo ad apparire, nel 1968, e monta il classico obice russo da 152mm D-20 (migliorato da un evacuatore subito dietro il freno di bocca) su uno scafo più o meno ricavato da quello del semovente antiaereo "Krug" (SA-4).

Il cannone può sparare ogni munizione sovietica e russa da 152mm ma normalmente impiega le granate OF-540 e OF-25. Con le munizioni razzo-assistite riesce a raggiungere bersagli distanti 25 Km. Inoltre può fare uso di granate BP-540, Br-540B, Br-540AP-T, OF-30, S-1 (illuminante), ZH3 (fumogena) e persino cariche nucleari tattiche (2 Chilotoni). La riservetta di munizioni è di ben 45 colpi, sufficienti a garantire una buona autonomia in combattimento.

Ancora nel 2007 le forze armate russe avevano in servizio non meno di 3000 esemplari del semovente.

Il modello 2S1, invece, monta un obice da 122mm derivato dal D-30 su uno scafo ricavato dai modelli del PT-76 e dell'MT-LB.
L'estrema leggerezza del mezzo (appena 16 tonnellate di peso) gli conferisce un'ottima mobilità, ulteriormente migliorabile su fondo fangoso o nevoso con l'adozione di cingoli larghi. Ogni cm quadrato di cingolo imprime sul terreno meno di 500 grammi di peso.

Sempre la leggerezza, combinata con il fondo "a chiglia" del cingolato, lo rende anfibio quasi senza bisogno di preparazione: i cingoli hanno delle speciali "alette" che forniscono spinta in acqua senza dover applicare accrocchi o congegni.

Recentemente é stata collaudata una modernizzazione di questo venerabile sistema d'arma denominata 2S34 Hosta, dotata di un cannone/mortaio da 120mm derivato da quello del 2S9 "Nona". 

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