venerdì 28 gennaio 2011

Egitto; entra in scena l'esercito, ma gli scontri continuano, in fiamme la sede del partito di Mubarak



Mezzi blindati e soldati in elmetto e mimetica khaki sono scesi oggi in campo nella confusa arena egiziana dove, dopo le tradizionali preghiere del Venerdì, la popolazione ha ripreso a sfidare gli interdetti e i coprifuoco del Governo, apparentemente insensibile ai disperati tentativi della polizia di sciogliere gli assembramenti e riportare l'ordine.
Al contrario dell'Esercito, che non ha attaccato i manifestanti, la polizia egiziana é ricorsa alle armi con una facilità e una ferocia maggiore di quella mostrata nei giorni precedenti.
In quella che é stata una vera e propria "giornata del furore" l'epicentro delle proteste e degli scontri si é spostato più volte tra il ponte del 6 Ottobre, piazza della liberazione, la Moschea di Al-Azhar e persino attorno al palazzo presidenziale di Mubarak.
Un altro poliziotto egiziano che apre il fuoco sulla folla.
Il personale dell'esercito, tuttavia, non si é direttamente impegnato contro i manifestanti, che sembrano perfino averne festeggiato l'arrivo; soldati e mezzi motorizzati e blindati si sono posizionati attorno a zone critiche della capitale, come ad esempio la sede della TV di Stato...per poterle difendere o per prenderne il controllo?
Manifestanti devastano placard con l'effige del 'delfino' Gamal Mubarak
 Poco dopo l'una e mezza si é saputo che il Quartier generale del Partito nazionale democratico, la formazione politica di Mubarak che é tutt'uno con lo Stato egiziano, é stato saccheggiato e dato alle fiamme, colonne di fumo scuro sono state riportate da tutte le fonti giornalistiche e da tutti i testimoni oculari. Mubarak, intanto, ha annunciato che terrà un discorso alla nazione, ma non quando lo farà. Alla notizia il Dipartimento di Stato Usa ha deciso di posporre una sua "press conference" per aggiornarla dopo che il presidente egiziano avrà tenuto il suo appello.

In una dichiarazione di rara mendacia e ipocrisia il Primo Ministro sionista Benji Netanyahu si é detto certo che l'Egitto uscirà fuori "rafforzato e più democratico" dalla situazione attuale e che si rivelerà un partner ancora migliore per Israele.

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