venerdì 28 gennaio 2011

La Tunisia non si accontenta della fuga del tiranno, vuole che se ne vada tutta la cricca!



In Tunisia la fuga di Ben Ali non ha spento la voglia del popolo di scendere in strada e lottare per il proprio futuro, l'esilio del tiranno filo-occidentale non ha segnato la fine delle dimostrazioni, tutt'al più ha fornito un punto saliente, il momento in cui dalla protesta cieca si é passati a una serie di dimostrazioni più consce e "mirate".

E dove sia puntato il bersaglio, é fin troppo chiaro e basta seguire il video riportato qui sopra per capirlo, i tunisini non vogliono che la loro lotta e la loro conquista venga "scippata" da un manipolo di burocrati compromessi (se non parte integrante) del Regime che si "intrufolino" nel vuoto di potere lasciato dal fuggiasco Ben Ali per 'guidare il paese' e, gattopardescamente, organizzare un 'cambiamento' estetico ed esteriore che lasci quanto più del 'vecchio' intonso e indisturbato.

Anche la mossa di rassegnare le dimissioni dal partito al potere prima di dare vita al "Governo d'interim", o quella di promettere una propria non-candidatura alle prossime elezioni politice (strade entrambe percorse dall'attuale Primo Ministro Mohamed Ghannouchi), non sono state sufficienti a placare gli animi della piazza, che chiede immediate e totali dimissioni dell'attuale esecutivo.
"Feltman go Home", i Tunisini così accolgono l'inviato speciale di Dama Clinton Jeffrey Feltman, arrivato a Tunisi per aiutare gli ex-alleati di Ben Ali a 'gattopardizzare' la situazione...
Quello che i giovani senza lavoro, i laureati costretti alla via dell'emigrazione, le famiglie col potere d'acquisto divorato dall'inflazione devono capire immediatamente é che per loro non vi sarà tregua o miglioramento alcuno se, oltre a un ricambio di "facce" ai vertici del potere essi ed esse non domanderanno anche un deciso e totale distacco dalle politiche economiche privatizzatrici e neoliberiste applicate da Ben Ali per anni e anni dietro il ricatto del Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale e altri simili agenzie.

La rivolta non deve essere limitata allo sgherro dell'imperialismo e del neo-colonialismo occidentale e liberista, ma deve essere condotta a fondo contro i suoi stessi presupposti economici, che spargono nel mondo precarietà e impoverimento per i lavoratori nel perverso tentativo di rendere questi sempre più deprivati e sfruttati e fare così sempre più ricchi coloro che su tali privazioni e sfruttamenti costruiscono le proprie oscene ricchezze.

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