Scontri di estrema violenza sono scoppiati nel pomeriggio di ieri a Silwan durante la processione funebre di Milad Samir Ayyash, il ragazzino di sedici anni ucciso dagli israeliani con un proiettile allo stomaco nel corso delle manifestazioni del venerdì contro il tentativo sionista di imporre la "pulizia etnica" al popoloso sobborgo di Gerusalemme, per creare "spazio vitale" dove paracadutare i violenti e fanatici coloni ebrei illegali, le milizie del Regime dell'Apartheid.
Il corteo funebre del giovanissimo "Shaheed", già onorato da molti come il primo martire della "Terza Intifada", si stava dirigendo verso il cimitero di Bab al-Rahma quando si é trovato la strada sbarrata da polizia e militari dell'Occupazione sionista, che hanno cercato di deviarne il percorso, subito si sono accesi tafferugli che sono degenerati in scontri sempre più accesi; due palestinesi sono stati feriti da proiettili di plastica con l'anima in metallo sparati dalle truppe sioniste come sempre contro tutti i criteri che dovrebbero garantirne la "non letalità".
Il proiettile di plastica dovrebbe essere sparato da una distanza non inferiore a venti metri e venire mirato a un arto, con lo scopo di immobilizzare e incapacitare il dimostrante senza ucciderlo: gli israeliani regolarmente li sparano a bruciapelo mirando alla testa o al torso, condizioni di utilizzo che spesso e volentieri rendono mortali anche questi proiettili "antisommossa".
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