sabato 21 maggio 2011

Obama cerca di incantare il Mondo Arabo con promesse fumose e giochi di specchi, secca replica di Hamas e Jihad Islamica!


A riprova della disperata situazione in cui si trova, ieri l'inquilino della Casa Bianca che risalta molto quando si fa fotografare sul patio di fronte alla sua residenza si é lanciato in una confusa, tortuosa, tentennante concione rivolta allo scenario geopolitico dove, raccogliendo i frutti di oltre settanta anni di errori e politiche controproducenti, la sua amministrazione ha avuto negli ultimi mesi l'ingrato compito di mietere una copiosa messe di rovesci e sconfitte, garantite però, questo bisogna dirlo per onestà, dall'arroganza e dalla miopia di quelle che la precedettero, appunto, da decenni a questa parte.

Obama ha alternato blandizie come la promessa di 'aiuti economici' (Aiuti economici? Con il debito pubblico usa sull'orlo del default? More likely than you think!) a Tunisia ed Egitto, nella speranza di disinnescarne la marcia verso la democrazia e il prevalere dei partiti a ispirazione musulmana, ad accenni alla fittizia 'rivoluzione verde' iraniana e alla sua altrettanto 'colorata' (di sangue finto) presunta 'martire' (fotografata in seguito viva e vegeta con croci al collo), ha "finto" di fare la voce grossa con il Regime sionista (quando basterebbe tagliargli i viveri per vederlo collassare e obbedire a qualunque diktat washingtoniano), senza scordare di cercare di difendere l'indifendibile, cioé giustificare il suo "diritto divino" di poter scatenare droni assassini e squadroni della morte in giro per il mondo senza per questo sentirsi di dover rinunciare all'autoassegnata qualifica di "paladino di luce e bene e democrazia" dell'universo mondo.

Ovviamente il Mondo Arabo e musulmano, fortemente avviato lungo un sentiero che lo porterà molto distante dalla sfera d'influenza dell'imperialismo statunitense (fino a ieri ancora prevalente nella regione), non ha dedicato molta attenzione ai vaniloqui di Obama, salvo qualche nota per evidenziarne squilibri, contraddizioni e inattualità. Ha iniziato Daoud Shihab, portavoce del Movimento per la Jihad islamica in Palestina, stroncando la giaculatoria obamiana come "Esibizionistica manifestazione tesa a vendere fumo e illusioni".

Shehab ha aggiunto che il Mondo Arabo e musulmano hanno più volte assaggiato i frutti amari delle politche imperialiste e oggi le popolazioni della regione sono unanimi nel rivoltarsi contro governi e tiranni asserviti agli Usa, che sono stati presi alla sprovvista e si sono lanciati in una improvvida campagna militare nel tentativo di guadagnare in Libia quel che avevano perso in Egitto e Tunisia, rimanendo impantanati in un ennesimo stallo.

A stretto giro é arrivato anche il commento di Hamas, secondo il quale l'arroganza mostrata verso i paesi arabi (che dovrebbero 'svendere' le conquiste delle loro rivoluzioni per qualche 'aiuto economico') stride con l'eccessiva cautela mostrata nei confronti di Israele (che riceve miliardi di dollari l'anno senza nessuna condizione) dimostra la evidente "parzialità del Presidente americano in favore dell'Occupazione sionista, a spese dei naturali Diritti nazionali palestinesi".

"Obama prima parla di 'diritto' delle nazioni a libertà e dignità e subito dopo si dichiara pronto a difendere la 'natura ebraica' di Israele, ipso facto negando la libertà e la dignità della nazione palestinese e incoraggiando l'Occupazione sionista a commettere nuovi crimini e ad accelerare le sue operazioni di pulizia etnica". Hamas ha ricordato come il più grande e incoraggiante risultato verso una positiva risoluzione della questione nazionale palestinese, cioé la sigla del Protocollo di Riconciliazione tra le fazioni palestinesi, sia stata raggiunta non già grazie all'intervento o al coinvolgimento degli Usa, ma anzi, proprio grazie alla frustrazione e alla sconfitta dei loro piani e delle loro ambizioni nell'area mediorientale/nordafricana. Ciò dimostra sufficientemente che la strada verso la soluzione definitiva delle questioni regionali non solo non passa per Washington, ma nemmeno nelle sue vicinanze.
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