Nella giornata di lunedì le Nazioni Unite hanno fermamente e irrevocabilmente condannato l'uso israeliano della forza militare contro le folle di manifestanti disarmati, definendolo "Una condotta sproporzionata e letale". I "moralissimi" soldati dell'IDF hanno aperto il fuoco contro profughi palestinesi presso il villaggio libanese di Maroun al-Ras e quello druso sulle alture del Golan di Majdal Shams, uccidendo almeno 22 persone e ferendone altre dozzine.
"Sono scioccato dal numero delle morti provocate da Israele e dallo sproporzionato uso di forza militare che le ha causate, segno certo che le truppe dello Stato ebraico si sono fatte prendere dal panico e hanno iniziato a sparare alle cieca"; queste le parole del Coordinatore delle Attività ONU per il Libano, Michael Williams.(foto sopra)
"Reitero fortemente la necessità che tutte le parti in causa esercitino responsabilità e cautela per prevenire il ripetersi di tale violenza e per il totale e completo rispetto della risoluzione 1701", Williams si riferisce alla Risoluzione ONU che pose fine all'aggressione sionista contro il Libano nell'estate 2006, quando le truppe di Hezbollah costrinsero l'IDF a una umiliante ritirata senza che avessero raggiunto nessun obiettivo apprezzabile.
Intanto, nei campi profughi palestinesi di Sidone e Tiro, si sono già tenute le cerimonie funebri per i caduti del 15 maggio, le prime vittime della Terza Intifada, le vittime sulla strada del "Diritto al Ritorno".
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