sabato 30 giugno 2012

Il Presidente Mursi dichiara in Piazza Tahrir: "Nessuno potrà più permettersi di dare ordini all'Egitto democratico e islamico!"

Il Presidente egiziano Mohammed Mursi ha rivolto un discorso alla nazione dalla celeberrima Piazza Tahrir, luogo simbolo e fulcro della Rivoluzione che ha liberato il paese dalla tirannia filoamericana e filosionista di Mubarak, Rivoluzione che non avrebbe mai potuto avere successo se non fosse stato per il decisivo sostegno dell'Ikwhan, la Fratellanza Musulmana il cui Partito di Libertà e Giustizia ha prima fatto la parte del leone (47.9 per cento dei voti) nelle elezioni parlamentari di dicembre 2011 (recentemente annullate per le pressioni della Junta militare di Tantawi) e poi ha conquistato la Presidenza proprio con Mursi, battendo il candidato della restaurazione Ahmed Shafiq, attualmente latitante negli emirati del Golfo Persico per accuse di malversazione e corruzione.
"Grazie al vostro sostegno completeremo la transizione a uno stato completamente democratico e civile che sarà nazionalista, costituzionale, moderno e islamico!" ha dichiarato Mursi a centinaia di migliaia di sostenitori in visibilio che affollavano la piazza.
Il neopresidente ha giurato di raggiungere gli obiettivi della Rivoluzione affermando che il suo potere e la sua legittimità risiede nel popolo e che nessuno, personaggio o istituzione, può dirsi assoluto dal popolo e dal suo volere. Mursi ha anche assicurato che "nessuno darà più ordini all'Egitto" e che l'autonomia del Cairo sullo scenario internazionale sarà il faro guida del suo mandato.
Mursi giurerà oggi di fronte alla Corte Costituzionale, lo stesso organo che su pressione dei Generali ha annullato le elezioni e sciolto il Parlamento poco prima del ballottaggio delle presidenziali. In seguito comunicherà la lista dei Ministri per il suo primo Governo.
Uno dei primi impegni che si assumerà sarà quello di convincere il Consiglio Supremo delle Forze Armate ad abbandonare i poteri che si é arrogato recentemente e ad accettare di sciogliersi senza esitazioni o procrastinazioni in maniera che si possano organizzare nuove elezioni politiche in un clima sereno e senza spade di Damocle che incombano sul loro risultato.
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