martedì 9 luglio 2013

Marionette dell'Imperialismo arrogante tentano senza successo un attentato contro il porto di Chah Bahar!

Con una 'coincidenza' temporale che non fa altro che rafforzare la nostra certenzza su quanto ampio e vasto sia il tentativo di destabilizzazione a marca americana e sionista dei paesi-chiave dell'Asse della Resistenza un terrorista suicida ha tentato poche ore fa di farsi esplodere nella città portuale iraniana di Chah Bahar, riuscendo unicamente a ferire in maniera leggera un ufficiale di polizia e a rimanere ucciso senza poter attivare il suo giubbotto esplosivo.

I cittadini e i lavoratori del porto di Chah Bahar esprimono tutta la loro riconoscenza agli uomini delle forze dell'ordine che sono riusciti prontamente a capire che dietro il comportamento irrituale dell'uomo vi era il tentativo di portare a termine un attacco suicida; estraendo tempestivamente le armi uno dei poliziotti portuali ha abbattuto il criminale, rimanendo lievemente ferito da un suo colpo di ritorno.

Secondo quanto riportato dal Sindaco Iraj Heidari dal corpo del terrorista morto veniva subito rimosso il 'gilet' esplosivo che, rapidamente consegnato agli artificieri é stato disinnescato e reso innocuo dopo pochi minuti ricchi di tensione. Sul cadavere del reo sono state trovate anche una pistola di piccolo calibro e una bomba a mano.

1 commento:

  1. Sarà il solito poveraccio, rapito da qualche parte dalla CIA o dal Mossad, portato in qualche base clandestina, dove tra torture e mix di droghe per periodi prolungati, gli viene cancellata parte della memoria, e tramite la "tecnica del trauma" si fa dissociare la sua peronalità, per poi dargli una nuova personalità, funzionale agli obiettivi dell'agenzia. Gli handler della CIA [che insieme all'ex KGB fu la prima a svilupparla ed applicarla] e delle altre organizzazioni che utilizzano questa "tecnica" di controllo mentale, lavorano in modo che le varie personalità del soggetto non iterferiscano tra loro, potendo essere attivate o soppresse a piacimento, tramite una parola chiave od una frase particolare, che gli handler [i manipolatori] impiantano profondamente nella psiche del soggetto.

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