Nella giornata di ieri una violenta esplosione ha distrutto il Quartier Generale della polizia di Mansoura, in Egitto, uccidendo quindici uomini delle forze dell'ordine del Cairo; nonostante la pronta rivendicazione di un finora sconosciuto gruppo jihadista che si é detto basato nella Penisola del Sinai il Governo patrocinato dal Generale Al-Sisi ha accusato l'Ikhwan musulmana di essere complice del sanguinoso atto.
In una seduta governativa straordinaria convocata nell'aftermath dell'attacco l'intera organizzazione religiosa egiziana (già messa fuorilegge e coi suoi beni sottoposti a sequestro coatto) é stata defiinita "parte coinvolta" nell'atto di terrore e in precedenti episodi di terrorismo e tutte le sue attività, incluse le manifestazioni pubbliche, sono state proibite.
Il Vicepremier Hossam Eissa e il Ministro della Solidarietà Sociale Ahmed al Borei hanno assicurato che il provvedimentò sarà scrupolosamente applicato; non vi é dubbio che i governanti del Cairo vogliano portare alle estreme conseguenze il loro conflitto con l'Ikhwan, chiudendo qualunque possibile spiraglio a un dialogo o a un tentativo di convivenza.
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