Il prigioniero politico palestinese Awad Al-Saidi, da tempo in stato di sciopero della fame per denunciare le disumane condizioni d'incarcerazione cui é sottoposto all'interno della galera sionista di Eshel ha deciso nella giornata di oggi di escalare il livello della propria protesta, smettendo di assumere ogni genere di fluido ed entrando quindi in sciopero della sete.
Lo sciopero della sete al contrario di quello della fame può provocare danni irrepararibili e gravissimi per la salute anche in poco tempo (in primis il collasso renale) ed é particolarmente pericoloso quando viene scelto da una persona già indebolita dal digiuno. Al-Saidi, trentottenne, é tenuto in stato di isolamento da oltre un anno e privo delle visite familiari da un periodo molto più lungo.
Le sue richieste erano solo quelle di poter venire rimesso in compagnia degli altri prigionieri politici per affrontare insieme il periodo di digiuno e preghiera del Ramadan, che inizierà tra meno di dieci giorni.
Il Direttore della società "Ahrar" per i Diritti dei Prigionieri Palestinesi Fouad al-Khafsh ha chiesto solidarietà regionale e internazionale per la protesta di Al-Saidi conscio che il prigioniero ha intenzione di portarla avanti fino alle estreme conseguenze.
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sabato 29 giugno 2013
Già indebolito e provato dallo Sciopero della Fame il prigioniero politico Al-Saidi smette anche di bere liquidi!
giovedì 14 marzo 2013
L'avvocato Boulous dichiara: "Samir Issawi ha smesso di bere acqua; é ormai a un passo dalla morte!"
Arrivato ormai al 233esimo giorno di sciopero della fame Samir Issawi, l'eroico prigioniero politico palestinese che col suo digiuno autoimposto da ridefinito il significato della parola "Dignità" ha deciso di smettere di assumere anche l'acqua per protesta contro la pretesa dei carcerieri sionisti di incatenarlo al letto d'ospedale e contro le loro continue e reiterate provocazioni.
Dimagrito di oltre quaranta chili, tormentato dai crampi della distrofia, che gli impediscono persino di dormire, Issawi sa benissimo di avere poche speranze di sopravvivere all'ordalia che sta combattendo sul suo stesso corpo, ma é determinato a perseverare nella lotta anche a nome di tutte le altre migliaia di detenuti politici palestinesi che guardano a lui come a un esempio.
Jawad Boulous, legale rappresentante di Issawi, ha testimoniato più volte di avere trovato nella sua stanza d'ospedale "fino a sette membri delle forze di occupazione" che consumavano cibi e bevande di fronte a lui per schernirlo e offenderlo, dal che si vede la crassa meschinità della mentalità sionista, incapace, nel suo rozzo materialismo, di comprendere la grandezza del gesto di Issawi e degli altri prigionieri similmente intenti allo sciopero della fame.
Dimagrito di oltre quaranta chili, tormentato dai crampi della distrofia, che gli impediscono persino di dormire, Issawi sa benissimo di avere poche speranze di sopravvivere all'ordalia che sta combattendo sul suo stesso corpo, ma é determinato a perseverare nella lotta anche a nome di tutte le altre migliaia di detenuti politici palestinesi che guardano a lui come a un esempio.
Jawad Boulous, legale rappresentante di Issawi, ha testimoniato più volte di avere trovato nella sua stanza d'ospedale "fino a sette membri delle forze di occupazione" che consumavano cibi e bevande di fronte a lui per schernirlo e offenderlo, dal che si vede la crassa meschinità della mentalità sionista, incapace, nel suo rozzo materialismo, di comprendere la grandezza del gesto di Issawi e degli altri prigionieri similmente intenti allo sciopero della fame.
lunedì 14 maggio 2012
Tra concessioni ed escalation si intravede un accordo per la fine della protesta dei prigionieri politici palestinesi!
Segnali contrastanti arrivano dalle carceri del regime ebraico di occupazione della Palestina dove quasi tremila detenuti politici si stanno negando il cibo da settimane, alcuni quasi da ottanta giorni, per protestare contro le disumane pratiche detentive sioniste.
Se da una parte l'amministrazione carceraria di Tel Aviv ha permesso a Bilal Dhiab, figura-simbolo della protesta, di chiamare telefonicamente la sua famiglia, venendo meno a quanto dichiarato precedentemente (cioé che lo sciopero non avrebbe portato a nessun allentamento delle rigide condizioni di prigionia dei carcerati)dall'altra il prigioniero politico Kamal Issa ha iniziato a rifiutare anche l'acqua, portando il suo sciopero al livello estremo, che non potrà venire mantenuto a lungo prima di risultare nella sua morte. Al telefono Dhiab ha detto ai suoi familiari di non preoccuparsi e non rattristarsi, e di avere ben presente che la sua protesta possa finire probabilmente con la sua morte ma di essere pronto a fare questo sacrificio in nome dei quasi cinquemila prigionieri politici tuttora incarcerati da Israele. I medici che monitorano la salute di Kamal Issa, invece, hanno avvisato che il suo fisico provato dal digiuno non resisterà senza liquidi per più di 60-70 ore e hanno avvertito che dozzine di altri prigionieri sono pronti a imitarlo e dare il via a un tragico, drammatico 'sciopero della sete'.
Intanto si moltiplicano gli sforzi egiziani per mediare una soluzione tra regime sionista e rappresentanti dei detenuti, a imitazione di quanto successo in autunno con la risolutiva mediazione egiziana per la liberazione di centinaia di detenuti politici in cambio del rilascio dell'Ebreo francese Gilad Schalit.
Se da una parte l'amministrazione carceraria di Tel Aviv ha permesso a Bilal Dhiab, figura-simbolo della protesta, di chiamare telefonicamente la sua famiglia, venendo meno a quanto dichiarato precedentemente (cioé che lo sciopero non avrebbe portato a nessun allentamento delle rigide condizioni di prigionia dei carcerati)dall'altra il prigioniero politico Kamal Issa ha iniziato a rifiutare anche l'acqua, portando il suo sciopero al livello estremo, che non potrà venire mantenuto a lungo prima di risultare nella sua morte. Al telefono Dhiab ha detto ai suoi familiari di non preoccuparsi e non rattristarsi, e di avere ben presente che la sua protesta possa finire probabilmente con la sua morte ma di essere pronto a fare questo sacrificio in nome dei quasi cinquemila prigionieri politici tuttora incarcerati da Israele. I medici che monitorano la salute di Kamal Issa, invece, hanno avvisato che il suo fisico provato dal digiuno non resisterà senza liquidi per più di 60-70 ore e hanno avvertito che dozzine di altri prigionieri sono pronti a imitarlo e dare il via a un tragico, drammatico 'sciopero della sete'.
Intanto si moltiplicano gli sforzi egiziani per mediare una soluzione tra regime sionista e rappresentanti dei detenuti, a imitazione di quanto successo in autunno con la risolutiva mediazione egiziana per la liberazione di centinaia di detenuti politici in cambio del rilascio dell'Ebreo francese Gilad Schalit.
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