martedì 4 gennaio 2011

I volontari asiatici della Carovana di solidarietà per Gaza visitano le devastazioni di "Piombo Fuso"


Gli attivisti e volontari asiatici che hanno portato a termine la loro missione umanitaria raggiungendo la Striscia di Gaza con circa 300 tonnellate di aiuti alimentari, farmaceutici, scolastici e ludici nella giornata di ieri hanno iniziato un tour di quattro giorni che li porterà a toccare con mano le distruzioni causate dalla violenza del "pogrom" militare israeliano che colpì Gaza e la regione limitrofa tra la fine di dicembre 2008 e i primi di gennaio 2009.

Gli attivisti visiteranno gli edifici-simbolo sventrati dalle bombe e dalle cannonate sioniste, incontreranno feriti e mutilati di "Piombo Fuso" e anche familiari e congiunti di alcune vittime, nonché cittadini palestinesi che subirono furti e violenze da parte delle truppe di tsahal, o che furono usati come battistrada e scudi umani dagli invasori israeliani.

Diversi momenti di incontro e conferenza con i media scandiranno il percorso dei volontari che alla fine della quattro giorni avranno un'idea precisa e circostanziata di cosa abbia comportato per la popolazione civile lo spietato assalto militare di due anni fa. Conseguentemente con l'infame "Dottrina Daiyha" le operazioni militari dello Stato ebraico contro Gaza non sono state mirate contro l'ala militare di Hamas (le Brigate al-Qassam), ma sono state incentrate contro gli abitanti e le strutture scolastiche, sanitarie, economiche e produttive, per rendere sempre più insopportabile una situazione già compromessa da due anni di strangolamento economico (poi ulteriormente esacerbata dal suo prolungarsi fino ad oggi).
La situazione alimentare a Gaza é talmente disperata che solo tramite espedienti come la coltura di piante commestibili sui tetti e il contrabbando sotterraneo di capi di bestiame la popolazione della Striscia riesce a sopravvivere.

Durante una cerimonia speciale, inoltre, i volontari asiatici "consegneranno" formalmente alcune ambulanze che erano parte del convoglio umanitario alle autorità sanitarie di Gaza, che le useranno per rimpinguare il loro sguarnito parco mezzi.
L'attivista indonesiana Ashma (28 anni), che ha insistito per portare la sua bambina di otto mesi lungo tutto il tragitto fino a Gaza ha dichiarato: "Aver raggiunto questa terra assediata e la sua dignitosa e coraggiosa popolazione é uno dei momenti più importanti della vita mia e della mia bambina. Quando sarà cresciuta le racconterò nei minimi dettagli tutto quello che è successo lungo il nostro viaggio fino oltre il momento del nostro arrivo e lei sarà certamente curiosa e orgogliosa di ogni minimo dettaglio".

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