Sayyed Moqtada al-Sadr é rientrato dall'Iran questo pomeriggio in patria, dove ha ricevuto una trionfale accoglienza dai suoi seguaci e sostenitori riunitisi per l'occasione a Najaf; la comunità sciita irakena, la cui importanza é ormai in costante ascesa in tutti i settori della vita pubblica (politica, sociale ed economica) dopo gli anni di costrizione dovuti alla preminenza degli elementi sunniti legati al clan di Saddam Hussein prima e ai fantocci dell'occupazione militare angloamericana poi ha celebrato il rientro del giovane leader religioso con tutto l'entusiasmo del caso.
Era l'una, ora italiana (le tre a Bagdad), quando Moqtada al-Sadr, figlio del Grande Ayatollah Mohammed Sadeq al-Sadr, rispettato teologo sciita a sua volta, capo del "blocco sadrista" che é blocco principale dell'Alleanza nazionale irachena (159 seggi su 325) e che controlla gli strategici ministeri dell'Edilizia, delle Risorse idriche, del Turismo e dell'Archeologia, dello Sviluppo, del Lavoro e del Welfare (più un Ministero senza portafoglio), capo di una milizia che vuole ripetere in Mesopotamia la vittoriosa Resistenza di Hezbollah, definito dalla scrittrice e commentatrice anti-imperialista Naomi Klein come "Il più grande e pericoloso ostacolo per i piani statunitensi di dominio dell'Irak", al-Sadr sembra avere tutte le carte in regola per dominare il palcoscenico politico iracheno per molti decenni a venire.
Moqtada, infatti, é riuscito a volgere a proprio vantaggio l'elemento della giovane età che, all'indomani dell'invasione e dell'occupazione del suo paese sembrava dovergli precludere le luci della ribalta (nell'Islam sciita infatti é molto raro per un aspirante leader vedere premiate le sue ambizioni se ha meno di 50 anni), a tutto vantaggio dell'anziano e canuto Ayatollah Ali Sistani.
Ora, nell'ottavo anno di occupazione straniera, molti iracheni ritengono che la linea attendista e moderata di Sistani sia perdente e poco dignitosa e che al contrario l'insurrezione dell'Esercito del Mahdi (la milizia Sadrista) abbia segnato il punto di svolta e di riscossa dell'onore nazionale, non soltanto per la maggioranza sciita, ma per tutti gli iracheni. Rafforzato nelle sue credenziali religiose da quattro anni di studio nella città sacra di Qom, al-Sadr ha potuto incontrare Ali Sistani in serata per quello che molti interpreteranno come un virtuale "passaggio delle consegne", dal leader di ieri a quello di domani ed oltre.
Il santuario di al-Musumeh, a Qom, dove Moqtada ha vissuto e ha studiato dal 2007 ad oggi. |
Ora Moqtada, già insignito del titolo di "Hujjat al-Islam", (Segno dell'Islam), solo un grado al di sotto di quello di Ayatollah, sembra in grado di riuscire nello scopo che le pallottole dei sicari preclusero al padre.
Se al-Sadr riuscirà a fare in Iraq quello che Nasrallah ha fatto in Libano, prevedo che fra 10-15 anni gli Stati Uniti (se esisteranno ancora come nazione...), inizieranno a suonare nuovamente i tamburi di guerra, parlando di "asse del male" in riferimento a Iran-Iraq-Libano.
RispondiEliminaQuasi certamente gli Usa esisteranno ancora...non siamo altrettanto certi che saranno nelle condizioni socio-economiche per sopportare un'altra guerra mediorientale...;)
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