venerdì 6 luglio 2012

Tadamoun rilascia il bilancio semestrale degli omicidi sionisti contro il popolo palestinese: 67 persone assassinate!

Cinque uccisioni a gennaio, due uccisioni a febbraio, ben 30 uccisioni a marzo, cinque in aprile e di nuovo 25 in giugno: si arriva così al totale di sessantasette civili massacrati dalle bombe, dai missili, dai cecchini e dalle mitragliatrici sionaziste, un ragguardevole 'bottino' per le SS con la stella di Davide, specialmente laddove si consideri che per metterlo insieme ci sono voluti soltanto sei mesi: continuando con un simile ritmo prima della fine dell'anno gli scherani di Netanyahu e Lieberman arriveranno molto oltre quota cento vittime indifese.
Tra gli assassinati, come d'uso per i criminali sionazisti, figura un alto numero di bambini tra i quattro e i sedici anni, nonché di donne, anche se le prefiche e i corifei dell'Hasbara, che insozzano e infettano i maggiori mezzi di comunicazione occidentali, dichiareranno a voce alta e stridula che si trattava di pericolosi "terroristi" intenti a tramare chi sa quali terribili piani contro i "poveri israeliani" che, si sa, "hanno sofferto tanto".
La maggiore messe di vittime, naturalmente, ha trovato la morte nel territorio del ghetto assediato di Gaza, che israhell continua a colpire con sadico accanimento, visto che non riesce a sopportare l'idea che, attraverso la costante e cosciente pratica della Resistenza e del rifiuto dell'Occupazione il popolo di Gaza sia riuscito ad affrancarsi dalla presenza sionista, almeno su quel fazzoletto di terra, la cui costante e pertinace indipendenza fa da araldo alla futura liberazione di tutta la Palestina, "Dal Giordano al Mediterraneo".
Le cifre in questione sono state rilasciate dalla Fondazione Tadamoun per i Diritti Umani, per tramite del suo ricercatore Ahmed Tubassi che ha evidenziato come gli omicidi di cui sopra siano avvenuti in totale disprezzo e violazione delle norme della Quarta Convenzione di Ginevra riguardo la protezione dei civili in tempo di guerra e/o durante operazioni militari e quindi, a rigore delle norme del Diritto Internazionale, costituirebbero dei veri e propri Crimini di Guerra.
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