I controllori dell'apparato, una volta vistolo scoperto, non hanno avuto altra scelta che farlo detonare da comando remoto, causando una vasta esplosione che tuttavia non ha causato danni ai tecnici di Hezbollah o ai loro equipaggiamenti grazie al loro alto livello di allerta e di precauzione "Il tentativo di spionaggio tecnico praticato dal nemico e sventato dai militanti della Resistenza si situa nella serie dei persistenti attacchi sionisti contro il sistema di telecomunicazione della Resistenza, che costituisce un atto contro la sovranità libanese e la sicurezza del suo popolo".
Il corrispondente dell'emittente Al-Manar presente sulla sena, Ali Sheib ha affermato che l'apparato spionistico sionista constava di oltre venti "unità" delle dimesioni di una grossa scatola, alimentate con un cavo elettrico interrato che si snodava per oltre ottanta metri fino al confine internazionale dove, con ogni probabilità, esso continuava fino a raggiungere un gruppo elettrogeno presso un'installazione militare di Tel Aviv. Il fragore dell'esplosione risultante dall'autodistruzione del congegno é stato inteso a Hallousiyeh, Zrariyeh e Bidyas, distanti circa un chilometro dal luogo della scoperta.
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