Nonostante la sua ferma contrarietà al "Processo di Pace" fosse ben nota egli accettò le decisioni della maggioranza e rimase collaboratore vicino e fedele del Leader anche dopo il suo ritorno definitivo a Gaza nel 1995; nel 2002 venne nominato Ministro degli Interni nell'amministrazione dell'ANP. Dopo la morte di Arafat venne silurato dal cacicco Mahmud Abbas a causa di una sua franca e aperta dichiarazione ai microfoni della stampa durante la quale accusò Mohammed Dahlan di essere un agente degli Americani che mirava a scatenare un conflitto aperto con Hamas (cosa che avvenne puntualmente tra la fine del 2006 e il 2007).
Vendicato nelle sue convinzioni dal maldestro tentativo di 'golpe' anti-Abbas tentato poco più di un anno fa da Dahlan, che ha causato la sua espulsione da Fatah e una serie di procedimenti giudiziari contro di lui, Hani Al-Hasan rimane un fulgido esempio di militanza per la Causa palestinese, lasciando dietro di sé un sentiero di duro lavoro, sacrificio, sobrietà, onestà di cui sarebbe difficile trovare l'eguale tra gli attuali capetti collaborazionisti di quella che fu la principale forza propulsiva dell'OLP. Persino il Segretario del Politburo di Hamas, Khaled Mishaal, ha esteso le proprie condoglianze per la sua morte alla famiglia e alla dirigenza di Fatah appena raggiunto dalla notizia, nella notte tra venerdì e sabato.
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