venerdì 25 gennaio 2013

La Repubblica Islamica pronta a varare la prima petroliera 'Aframax' per la sua flotta nazionale!

Pochi mesi dopo avere varato la prima petroliera di totale costruzione nazionale (la 'Sorocama', costruita per l'industria petrolifera di Stato venezolana) i cantieri navali iraniani sono sul punto di inaugurare la prima petroliera per la loro stessa flotta: un tanker 'Aframax' di 186 metri di lunghezza.

Le 'Aframax' sono petroliere "intermedie", più grandi della stazza massima concessa per attraversare il Canale di Panama (le cosiddette 'Panamax') ma più piccole di quelle massime per attraversare il Canale di Suez ('Suezmax') e sono solitamente utilizzate nel Mar Nero, nel Mar del Nord, nel Mediterraneo, nei Caraibi e nel Mar della Cina Orientale e Meridionale. Dopo il varo lo scafo riceverà gli ultimi ritocchi e sarà pronto a iniziare le operazioni con la bandiera della NITC, (National Iranian Tanker Company) entro il prossimo anno lunare iraniano (che avrà inizio nel marzo 2013).

Ancora una volta l'Iran dimostra che la via dell'autonomia e dell'autosufficienza tecnologica e industriale per quanto difficili e impegnative sono le uniche che possano garantire l'indipendenza e la libertà di un paese emergente.
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2 commenti:

  1. Gli Iraniani non li ferma ormai più nessuno!!! Avanti Tutta!!! Sono OTTIMI costruttori in generale, e fanno la loro bella figura anche nel campo dell'informatica. Anzi, parlado di informatica e di guerra cybernetica, vorrei chiarire che, gli Iraniani, non hanno niente a che fare con l'attacco informatico alle maggiori banche anglo-americane di qualche giorno fa. La task force di informatici iraniani, un ramo per la guerra cybernetica dell'IRGC, si è impegnata ufficialmente, per cercare di capire la situazione. Ebbene si è scoperto che gli attacci sono partiti da Italia e Gran Bretagna, hanno infiltrato alcune reti di server Iraniani [come copertura] per lanciare l'attacco alle banche, su quali sono stati trovati dei 'Bootnet'. Questo per far ricadere la colpa su Teheran. L'Iran non c'entra, anzi è anche parte lesa, in quanto numerose reti di computer e server, sono stati infiltrati e infettati, da un network di hacker informatici, probabilmente assoldati da Italia e Gran Bretagna, nell'ambito di un operazione congiunta. I danni alle suddette e Maledette banche, sembra siano ingenti per quanto riguarda la perdita di dati sensibili, e sembra che praticamente siano stati violati e scaricati tutti i dati presenti nei database delle reti bancarie. Tutto questo come al solito per mettere in cattiva luce la Repubblica Islamica Iraniana. Comunque Complimenti ancora a tutti i tecnici e gli ingegnieri di Teheran, che facendo di necessità virtù, sono riusciti ad eccellere in praticamente tutti i campi del sapere scentifico, e non solo. Davvero notevole il balzo in avanti compiuto negli ultimi 5-6 anni.

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    1. Loro le INDUSTRIE DI STATO se le sono tenute strette! Non le hanno affidate a un beccamorto massone del Club Bilderberg (tale ROMANO PRODI) perché le svendesse agli amici a prezzi di saldo!

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