Al confine col vicino Iran, il bacino petrolifero probabilmente é imparentato con quelli più superficiali che si trovano appena oltre confine nel territorio iraniano del Khuzestan (che fornirono uno dei molti 'obiettivi' per la Guerra Iran-Irak voluta dal dittatore di Bagdad Saddam Hussein). La scoperta del giacimento a seguito di ricerche intraprese dalla società governativa é importante anche come simbolo, segno che l'Irak vuole dire la sua nella gestione del suo patrimonio sotterraneo e non affidarsi supinamente alle compagnie Russe, Cinesi, Francesi e di altre nazionalità tradizionalmente presenti sul suo territorio.
In questa maniera l'Irak si renderebbe più autonomo e indipendente dal punto di vista economico, in ciò imitando gli ultratrentennali sforzi di altri paesi vicini. Oltre ai 143 miliardi di barili stimati l'Irak possiederebbe anche qualcosa come 3 200 000 000 000 000 000 (tre trillioni e due) di metri cubi di gas metano intrappolati sotto la sua superficie.
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Ora l'Irak è entrato in fase di espansione. La ricostruzione dalla fine dell'occupazione americana è partita e procede spedita, e tutte queste materie prime, che se sfruttate bene, garantiranno un periodo piuttosto lungo di sviluppo, che tra qualche anno diventerà vertiginoso. La cosa importante è essere sempre pronti e all'erta a reagire contro l'imperialismo militare dei banchieri occidentali.
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