Secondo quanto riportato poche ore fa dall'outlet televisivo ufficiale del Movimento, il canale TV "Al-Manar", uomini di Hezbollah, la forza politico-militare degli sciiti libanesi, avrebbero messo in stato di fermo, in un loro compound nella cittadina di Baalbek (nel Nord del paese, nella Valle della Biqa'a, vicino al confine con la Siria) un cittadino libanese sospettato di connivenza col regime sionista per fini di spionaggio.
Talal Khalil, questo il nome del presunto agente sionista, sarebbe in mano alle forze di sicurezza di Hezbollah in attesa che i leader del movimento si accordino con le autorità libanesi per consegnarlo ai militari. Secondo gli statuti in vigore nel Paese dei Cedri ogni caso di spionaggio a favore di Israele (anche da parte di civili) ricade ipso facto nella giurisdizione della magistratura militare e da essa deve essere affrontato e trattato.
Il fatto che Khalil sia stato bloccato vicino al confine siriano fa immaginare che il regime di Tel Aviv lo stesse utilizzando in missioni a favore degli estremisti mercenari wahabiti scatenati da quasi due anni contro la Repubblica Araba di Siria, senza tuttavia che le loro sanguinose e crudeli attività siano riuscite a spodestare il Presidente Bashir Assad.
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