Dimostranti di etnia sciita hanno di nuovo invaso le strade a ripetizione nella città orientale di Qatif, in Arabia Saudita, per protestare contro i recenti arresti di manifestanti effettuati dagli sgherri del regime di Casa Saoud. La popolazione continua a tenere alta la bandiera della disobbedienza civile denunciando le violenze e i soprusi dei lacché di Riyadh.
Durante la giornata di domenica forze di sicurezza reali hanno aperto il fuoco con munizioni di piombo ad altezza d'uomo contro un assembramento di cittadini ferendo tre persone, contemporaneamente si registrava un attacco contro una prigione sospettata di trattenere 'desaparecidos'. Nella sparatoria una ragazza e il suo figlioletto di appena due anni sono rimasti feriti.
Ulteriori manifestazioni sono seguite nelle giornate di martedì e mercoledì al grido "Non tollereremo umiliazioni, violenze e minacce". Le province saudite orientali, (Qatif, Awamiyah...) oltre a essere dimora della consistente minoranza sciita, sono anche quelle più ricche di giacimenti petroliferi, il cui sfruttamento, però, finanzia in massima parte le stravaganti e faraoniche spese della corte-fannullona di Riyadh.
Mi sembra esagerato definire la comunità sciita del regno saudita "consistente" visto che si tratta di una netta minoranza che costituisce solo il 10-15% della popolazione complessiva.
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