Tre miliardi e seicento milioni di dollari, questa la cifra da capogiro che la Repubblica Islamica dell'Iran ha concesso in credito alla Repubblica Araba Siriana in un maggiore accordo economico che dimostra come Teheran non stia combattendo una 'battaglia di retroguardia' in Siria, ma sia in prima linea per ristabilire ovunque e completamente la regola della legge e l'autorità del Governo centrale che, dopo la pacificazione del paese aprirà le porte a imprese e business iraniani che investiranno pesantemente nella ricostruzione del paese, nella sostituzione, ammodernamento e miglioramento delle sue infrastrutture, rendendo ancora più saldi i rapporti tra Iran e Damasco.
Questa notizia fa STRAME delle speculazioni inani dei 'think tank' imperialisti che, dopo aver passato quasi due anni a preconizzare una "imminente" caduta di Assad (non capendo che l'insorgenza dei mercenari takfiri stranieri aveva poco o punto seguito nella popolazione civile siriana, persino in quella sunnita) adesso, di frotne alle continue vittorie delle forze regolari, hanno maldestramente fatto marcia indietro profetizzando che Assad sta cercando di mantenere un suo 'feudo' nelle zone a maggioranza Alawita e non sarà più capace di governare tutta la Siria.
A parte che se Assad avesse permanentemente perso il controllo di una considerevole porzione di territorio siriano la NATO non avrebbe esitato UN ISTANTE a dichiararla 'zona protetta' imponendo manu militari una No Fly Zone illegittima e schierando truppe sul terreno per difendere i suoi alleati terroristi wahabiti. Se non lo ha fatto é proprio perché i militanti non hanno MAI conquistato stabilmente un territorio abbastanza vasto, limitandosi a poter transitare per zone 'contestate' ma mai totalmente disertate dalle forze regolari.
Tre miliardi e seicentomila dollari non sono bruscolini, sono una testimonianza della certezza iraniana che Assad emergerà vittorioso dall'ordalia che il suo paese sta attraversando e che, una volta chiuso questo capitolo di storia siriana, l'economia iraniana staccherà la cedola dei benefici, trovandosi, senza concorrenza alcuna un intero paese in cui mettere alla prova la propria perizia nei settori dell'edilizia, dell'industria, delle infrastrutture e un mercato ansioso di beni di consumo dopo lunghi mesi di ristrettezze e penurie.
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