Per garantire la governabilità e la sicurezza del Libano in attesa delle prossime elezioni politiche, lo abbiamo detto più volte, non vi era alternativa di sorta, dopo le dimissioni di Najib Mikati, a un esecutivo di larghe intese che garantisse l'amministrazione ordinaria fino alla chiamata alle urne.
Di diverso avviso era Saad Hariri, il Renzo Bossi libanese, che istigato dai membri del suo partito sunnita più pesantemente compromessi con i terroristi takfiri filosauditi, ostinatamente ha bloccato questa soluzione per molti mesi ingenuamente sperando che attentati e provocazioni facessero degenerare il Paese dei Cedri in una situazione di violenza settaria.
Ma la calma, l'esperienza politica e la brinkmanship dei dirigenti di Hezbollah da Hassan Nasrallah in giù hanno infine avuto la meglio e così anche il mezzo-saudita figlio di papà ha dovuto abbassare la cresta e 'ammettere' in una dichiarazione rilasciata ieri, che sarà pronto a sedere a fianco del partito sciita e degli altri movimenti dell'Alleanza 8 Marzo in un prossimo Governo istituzionale.
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