Nell'Iran della Rivoluzione Islamica i martiri del programma nucleare civile nazionale sono venerati come eroi di guerra ed é stata proprio una guerra quella scatenata dal regime ebraico e dagli Usa contro gli scienziati atomici di Teheran, combattuta con le armi sporche dell'assassinio a tradimento facilitato dai complici più lerci: curdi, terroristi dell'MKO, trafficanti di droga, nostalgici dello Shah e altra feccia.
Il Presidente Hassan Rohani si é intrattenuto coi parenti del Martire Shahriari, ucciso nel novembre 2010; nel corso dell'incontro il capo di Stato ha definito Shahriari uno dei più prominenti scienziati dell'Iran, senza i cui sforzi molti progressi decisivi per la creazione di moderne strutture nucleari a Natanz, a Teheran e in altre località del paese sarebbero arrivati con anni di ritardo.
"Lo scopo degli assassini era quello di intimidire i nostri giovani, per dissuaderli dall'intraprendere lo studio dell'Ingegneria nucleare o andare a esercitarlo fuori dalla patria, a favore di altre nazioni, ma l'effetto é stato del tutto contrario, i nostri studenti e ricercatori sono stati ispirati dal martirio di Shariari e si sono gettati sulle sue orme con ardore".
Rohani ha anche detto che uno dei motivi per cui ogni genere di concessione all'Occidente sul dossier nucleare civile é stata sempre rifiutata a priori dai negoziatori di Teheran é proprio l'imperativo morale di onorare il sacrificio di Shahriari e dei suoi compagni di martirio.
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