L'assassinio a fine luglio del dirigente di Fatah Talal Urduni nel campo profughi libanese di Ain Hilweh vicino alla città di Sidone, a opera degli estremisti takfiri di Jund al-Sham ha scatenato una serie di ripercussioni che lo hanno trasformato in un campo di battaglia, con un successivo attentato contro il successore di Urduni e inutili tentativi di instaurare una tregua tra le due parti.
Munir Makdah, rappresentante di Al-Fatah nel campo libanese, ha dichiarato che l'attacco da parte dei fondamentalisti nascosti tra i profughi (molti provenienti dalla Siria, dove i Palestinesi erano trattati infinitamente meglio che in Libano) risponde a ordini provenienti dal regime ebraico e dagli Usa.
Attualmente quattro degli undici settori di Ain Hilweh sono sotto il controllo di Jund al-Sham.
"Gli estremisti vogliono forzare i Palestinesi a lasciare il Libano, allontanandosi dalla Palestina Occupata, eseguendo così i desideri del regime sionista". Ma la maggior parte dei profughi che hanno lasciato il campo di Ain Hilweh non si sono imbarcati su barconi, non si sono messi in viaggio verso l'Europa, si sono semplicemente spostati in un'altra zona alla periferia di Sidone.
Once a very thriving place hosting tens of thousands of Palestinian refugees as
well as Syrians, Yarmouk has turned into a ghost town as a result of violent attacks by anti-government militants over the past four years of turmoil in Syria.
At least two people lost their lives on August 27, when Fatah supporters and Jund al-Sham militants engaged in a fierce gun battle at Ain al-Hilweh refugee camp.
On August 25, at least three people were killed and 36 others injured in clashes between Jund al-Sham militants and Fatah advocates in the northern sector of Ain al-
Hilweh.
Two days earlier, two Fatah members were killed when Jund al-Sham sought to assassinate Ashraf al-Armoushi, Fatah’s security chief, inside the camp. Armoushi escaped
the attack unscathed.
According to local medical sources, a total of at least 15 people, both civilians and non-civilians, were wounded, some critically.
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