Altre "gemme" si aggiungono al florilegio di "plaisanteries" proveniente dai ranghi dell' "esercito più morale del mondo" i cui membri, evidentemente non soddisfatti dal prendere quotidianamente parte al progetto di aggressione e oppressione verso il popolo inerme di Palestina, si arrovellano (con un certo successo) nel tentativo di trovare nuove forme di umiliazione e offesa da infliggere alle loro vittime, sì da rendere più incisiva la persecuzione quotidiana.
Quello che fa più specie é il fatto che la diffusione delle prove fotografiche dell'inqualificabile condotta della soldataglia sionista non risulti dagli sforzi di qualche eroico fotoreporter che abbia sfidato la censura militare e l'omertà di Tsahal per diffonderle e pubblicarle, ma derivi da un semplice giro su Facebook, il popolare network sociale che milioni di persone normali utilizzano per condividere le foto della loro vacanza, della loro famiglia, delle piccole conquiste e gioie quotidiane.
E' chiaro che quando si fa parte di una forza armata specificatamente addestrata e indottrinata per l'odio razziale e la pulizia etnica "gioie e conquiste" comprendano fare irruzione in una casa palestinese e sventolare il proprio mitra sotto gli occhi di una donna intenta a cucinare per la propria famiglia, esattamente come farebbero i maniaci con l'impermeabile con il loro "armamentario" naturale, oppure strattonare e insultare un prigioniero legato e bendato, o ancora vergare con la vernice spray sghembe stelle di davide sulle mura di casa altrui, come fanno i fanatici della svastica in Europa o quelli del Ku Klux Klan negli stati uniti.
La "bussola morale" dei colpevoli di tali angherie ed abusi é stata ormai talmente deragliata che essi non si rendono conto delle reazioni negative che l'esibizione di tali "souvenir" provoca nelle persone normali; tanto che il ministero della guerra di Tel Aviv é dovuto recentemente intervenire per proibire ai propri soldati l'accesso ai social network durante le ore di servizio.
Tale misura é però solo parzialmente efficace visto che, come insegna il caso della soldatessa Eden Aberjil, spesso le foto vengono conservate per anni e rese pubbliche anche molto tempo dopo il congedo dei responsabili (la Aberjil pubblicò recentemente su Facebook un album intitolate "Il miglior periodo della mia vita" in cui la si vedeva angariare e umiliare palestinesi ammanettati).
il popolo inerme di Palestina.. INERME ??????
RispondiEliminasolo un marziono potrebbe scrivere "popolo inerme di palestina" ma poi queste foto che pubblica cosa dimostrerebbero ???
signor Kacani capisco essere schierati e di parte ma non le smebra di esagerare con le sue puttanate ????
Caro signor Bario, vedo che ha seguito il mio consiglio e si é ripresentato su queste pagine.
RispondiEliminaNe siamo molto felici, perché nessuno é in grado di squalificare il razzismo sionista tanto quanto i suoi bercianti e raglianti "tifosi".
Vedo inoltre che ha seguito il mio consiglio e, stavolta, si é astenuto dall'includere tentativi di "calembour" indegni dell'asilo di infanzia nel suo "lascito dialettico".
Continui così, signor Bario, ci legga e contribuisca alle nostre pagine dei commenti, ne siamo molto felici e così facendo rende un grandissimo e gradito servizio a questo blog, ai suoi autori e alla causa che essi sostengono.